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Compliance in evoluzione: i temi al centro della conference annuale di Danone

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Quest’anno Milano ha ospitato la conference annuale della compliance di Danone, un appuntamento che ogni anno si svolge in un Paese diverso e che riunisce il Corporate Global Compliance Team insieme ai compliance teams delle diverse Country Business Units in Europa, Stati Uniti, America Latina, Africa e Australia.

Quattro giornate di lavoro intenso hanno offerto l’occasione per approfondire sviluppi, priorità e sfide che attendono la funzione nei prossimi anni. È emerso chiaramente come il programma di compliance del Gruppo non sia il risultato di iniziative isolate, ma di un percorso graduale, costruito su basi solide e costantemente ampliato a nuove aree di impatto. Negli ultimi due anni, in particolare, la stretta collaborazione tra team globali e locali ha favorito un’evoluzione significativa, rendendo la funzione sempre più integrata nel contesto aziendale.

Al centro delle discussioni si è collocato il tema della business proximity, individuato come vero pilastro del Compliance Leadership Blueprint. Non si tratta di un concetto astratto, ma di un approccio che ridefinisce il modo in cui la compliance interagisce con l’organizzazione: conoscere i processi da vicino, partecipare a comitati e board, essere presenti nei momenti decisionali con un contributo ex ante, in grado di orientare le scelte in modo preventivo e costruttivo. Questa vicinanza si traduce in pratiche concrete, come momenti di affiancamento (Feet on the street) con le funzioni operative, meeting periodici e sessioni di condivisione che favoriscono un linguaggio comune e una lettura condivisa dei rischi e di come mitigarli. L’obiettivo è duplice: offrire pareri e soluzioni tempestivi e pragmatici, evitando al contempo di appesantire i processi o rallentare l’innovazione.

Essere vicini al business significa anche tradurre regole e principi etici in strumenti operativi a supporto delle decisioni. L’approccio risk-based consente di concentrare le risorse sulle aree più esposte, mentre la formazione si evolve in un insieme di iniziative integrate che affiancano i percorsi tradizionali con workshop mirati, pillole informative e reminder nei flussi quotidiani di lavoro. Un ulteriore impulso alla business proximity proviene dalla digitalizzazione: l’introduzione di piattaforme e strumenti tecnologici permette di monitorare e gestire i rischi in tempo reale, trasformando i dati in insight utili e migliorando la capacità di risposta della funzione. In questa prospettiva, il rapporto tra business e compliance è stato descritto come quello tra pilota e copilota, due ruoli distinti ma complementari che operano fianco a fianco per seguire la stessa rotta.

«La vera prossimità al business si misura nella capacità della funzione Compliance di trasformare principi etici e regole complesse in strumenti operativi, integrati nei processi decisionali. L’approccio risk-based, la formazione evoluta e la digitalizzazione non sono solo metodologie: sono leve strategiche che rafforzano la resilienza aziendale e abilitano una governance proattiva. In questo scenario, Compliance non è un osservatore esterno, ma un copilota: guida insieme al business, con visione condivisa e responsabilità complementari.»
Giovanna Rosato, Head of Legal & Compliance Italy & Greece

La conference ha offerto anche l’occasione per riflettere sul tema dell’intelligenza artificiale, affrontato nei suoi risvolti ambivalenti tra opportunità e sfide. L’attenzione si è focalizzata sull’integrazione dell’AI nei programmi di compliance: dalla gestione delle attività ricorrenti alla digitalizzazione dei dati, dall’inserimento nei modelli di Governance Risk e Compliance (“GRC”) alla tracciabilità delle decisioni.

Il filo conduttore che ha unito i diversi momenti di confronto è stato l’analisi del cambiamento come parte integrante del DNA della compliance. Guardare al passato ha permesso di rileggere valori e motivazioni alla base delle scelte organizzative, mentre lo sguardo al futuro ha consentito di individuare con maggiore chiarezza le traiettorie di evoluzione. In questa logica, l’integrazione tra fattori diversi – dall’uso dell’intelligenza artificiale alla costruzione di network professionali, senza trascurare il valore imprescindibile della relazione umana – si conferma elemento chiave per guidare la trasformazione.

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