La rendicontazione di sostenibilità per le PMI: depositati i primi bilanci con il nuovo standard europeo VSME – ESRS

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Nel panorama in continua evoluzione della sostenibilità aziendale, la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive n. 2022/2464), recentemente recepita anche nell’ordinamento nazionale, rappresenta una svolta significativa non solo per le grandi imprese, ma anche per le realtà di minori dimensioni.

Cesare Tomassetti, dottore commercialista ed esperto di reporting di sostenibilità, ha spiegato in un’intervista a compliancedesign.it come i nuovi standard europei stiano comportando importanti cambiamenti anche per le PMI.

La CSRD ha introdotto per tutte le imprese che superano almeno due dei seguenti parametri (50 milioni di euro di volume di ricavi, 25 milioni di euro di totale attivo e 250 dipendenti) l’obbligo di integrare – a partire dall’esercizio 2025 – l’informativa contenuta nella Relazione sulla Gestione con una nuova sezione dedicata alla sostenibilità. Il rendiconto di sostenibilità dovrà:

  • rispettare i requisiti previsti dagli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards), già emanati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) su incarico della Commissione Europea;
  • essere sottoposto a revisione limitata da parte di un soggetto indipendente in possesso di adeguate competenze;
  • essere prodotto nel formato elettronico iXBRL, che comporterà la taggatura delle informazioni contenute.

Cesare Tomassetti

Per le imprese che non superano i citati parametri, lo stesso EFRAG ha sviluppato una specifica informativa volontaria, denominata VSME ESRS – Voluntary Small Medium Enterprises – European Sustainability Reporting Standard.

Questo standard è particolarmente importante per le PMI inserite nella catena del valore di imprese incluse nel perimetro della CSRD, le quali saranno tenute a richiedere ai propri clienti e fornitori tutte le informazioni utili alla redazione dei report ESRS. È inoltre rilevante ricordare che ulteriori normative europee – prima fra tutte la SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) – comportano, da parte degli istituti di credito e di altri operatori finanziari, la richiesta di informazioni sulla sostenibilità alle imprese clienti.

Nel 2024 l’EFRAG ha lanciato un Field Test per sperimentare il nuovo standard VSME-ESRS, al quale il nostro gruppo di lavoro ha deciso di aderire con alcune imprese clienti. Tra queste, Box Marche S.p.A., azienda del settore cartotecnico, è stata tra le prime in Europa a depositare al registro imprese il proprio report integrato redatto sulla base dello standard VSME ESRS.

Lo standard VSME-ESRS propone una struttura modulare costituita da tre parti: un “Modulo Base”, che presenta le principali metriche sugli aspetti ambientali, sociali e di governance, un modulo PAT (Politiche, Azioni e Target) e un modulo Business Partner. Per il rendiconto di Box Marche, la scelta è ricaduta sull’opzione più completa, che prevede la redazione di tutti i moduli, integrati con l’analisi di doppia materialità per la definizione delle questioni ESG più rilevanti.

Il Living Company Report Box Marche, così denominato per sottolinearne l’aspetto dinamico e interattivo, integra elementi multimediali accessibili tramite codici QR e rappresenta un benchmark di trasparenza e completezza nell’ambito della rendicontazione delle PMI.

La sostenibilità: costo o opportunità?
Tomassetti è chiaro nel sottolineare che la sostenibilità non deve essere vista come un costo, ma come un’opportunità per le imprese. “La nostra filosofia non è quella di fare una sostenibilità ‘bella’, ma una sostenibilità ‘utile’. Questo significa che, anche quando la rendicontazione della sostenibilità nasce dalla necessità di essere ‘compliant’, è importante che sia basata su un percorso virtuoso di miglioramento, con l’obiettivo di generare concreti impatti positivi sul valore economico dell’impresa”.

Secondo Tomassetti, il vero beneficio di un report di sostenibilità risiede nell’analisi preliminare che un’azienda deve compiere per identificare i rischi legati alla sostenibilità e definire strategie e politiche per fronteggiarli. “Esaminare i problemi di sostenibilità significa fare un ragionamento mirato a creare valore sostenibile nel lungo periodo per l’organizzazione”, spiega.

La sostenibilità tocca anche il tema della trasparenza. Un report ESG deve fornire una rappresentazione fedele, proponendo una disclosure completa anche su eventuali criticità. “Proprio come accade per il bilancio economico-finanziario, non è possibile omettere eventuali informazioni negative. In questo caso, tuttavia, è importante che l’organizzazione spieghi come ha deciso di affrontare questi aspetti e quali contromisure ha adottato”, afferma, sottolineando come questo approccio sia essenziale per mantenere la fiducia degli stakeholder e garantire la longevità dell’impresa.

Sostenibilità e compliance
Un altro aspetto centrale è il legame indissolubile tra sostenibilità e compliance aziendale. La gestione dei rischi, tipica della compliance, si intreccia con le pratiche di sostenibilità, creando una naturale complementarità tra i due ambiti. “Nella gestione della sostenibilità, l’analisi dei rischi collegati a fattori ambientali e sociali risulta di fondamentale importanza. Un sistema di governance – di cui è richiesta la rendicontazione – comporta necessariamente che i rischi siano gestiti in modo efficace”, afferma Tomassetti.

Un esempio è quello della salute e sicurezza dei lavoratori, tema centrale per la sostenibilità sociale, ma anche per la compliance aziendale. “Questi aspetti influenzano direttamente la reputazione dell’azienda e possono avere conseguenze legali e finanziarie significative”.

I modelli 231 devono essere sviluppati in modo sinergico con i progetti di sostenibilità, integrando le pratiche di governance aziendale con le esigenze di rendicontazione e gestione del rischio. “La rendicontazione di sostenibilità stimola una riflessione su questi temi”, afferma, sottolineando come questo approccio possa contribuire a una gestione più efficace e lungimirante dell’impresa.

Guardando al futuro
Il futuro della sostenibilità aziendale passerà attraverso una maggiore standardizzazione delle pratiche di rendicontazione. Sebbene lo standard VSME-ESRS sia ancora in bozza, l’auspicio è che possa diventare un riferimento solido per le PMI europee e costituire uno stimolo a valutare e gestire i propri rischi in modo più completo. La rendicontazione di sostenibilità, pur avendo una funzione di trasparenza nei confronti degli stakeholder, deve essere un “mezzo” prima ancora che un “fine”. “Aver partecipato al field test proposto dallo stesso standard setter rappresenta per noi un motivo di orgoglio, e siamo felici di aver contribuito a questo importante processo verso la sostenibilità del nostro sistema economico”.