Adattarsi all’evoluzione dei rischi, tra compliance e innovazione

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Affinché un sistema dei controlli interni possa considerarsi adeguato ed efficace, occorre assicurare centralità al ruolo delle funzioni di controllo all’interno dell’intero contesto organizzativo. È necessario, quindi, definire le giuste condizioni per implementare un sistema di compliance integrata nei processi decisionali interni, in modo da consentire l’adozione di scelte consapevoli da parte dell’intermediario, a tutela degli investitori, degli stakeholder, del management e del mercato in generale.

È la visione di Nicola Mitidieri, Responsabile Compliance, Antiriciclaggio e Privacy di DeA Capital Real Estate SGR che ha incontrato compliancedesign.it per riflettere sul ruolo della compliance all’interno di una delle principali Società di Gestione del Risparmio in Italia.

In un mondo in costante evoluzione, la compliance deve essere pronta anche a riconsiderare decisioni passate alla luce dei numerosi cambiamenti normativi, delle tecnologie emergenti e delle best practice di settore, accompagnando l’azienda verso le nuove sfide e opportunità che il sistema finanziario proporrà al mercato

 

“L’approccio della funzione compliance è mutato nel tempo, risultando profondamente innovato nelle sue metodologie e nella visione complessiva”, spiega Mitidieri. Oggi, infatti, il ruolo e il controllo esercitato dalla compliance “assume organicamente una nuova veste consulenziale e di supporto all’intera organizzazione, anche ai fini della strutturazione di progetti aziendali e linee di business, restando chiaramente ferma la naturale declinazione dei controlli ex post tipici delle funzioni di controllo”.

Nelle maglie strategiche di una moderna compliance, inoltre, deve essere presente la “collaborazione attiva con le autorità di vigilanza”, quale necessario dialogo volto a declinare taluni cantieri normativi e sviluppare processi efficaci ed efficienti, a tutela dell’integrità di uno specifico mercato di riferimento”.

Per fare ciò e in una visione complessiva, occorre disporre di adeguate risorse e competenze professionali, soprattutto “per affrontare le sfide dell’evoluzione tecnologica anche legate al panorama normativo”, sempre più complesso e articolato. Non è quindi più sostenibile il vecchio leit motiv “abbiamo sempre fatto così”. In un mondo in costante evoluzione, la compliance deve essere pronta anche “a riconsiderare decisioni passate” alla luce dei numerosi cambiamenti normativi, delle tecnologie emergenti e delle best practice di settore, accompagnando l’azienda verso le nuove sfide e opportunità che il sistema finanziario proporrà al mercato.

Nicola Mitidieri

Il ruolo delle norme

Nonostante il settore finanziario sia caratterizzato da un vasto tessuto regolamentare e per tale ragione spesso percepito come un mercato rigido, la normativa non deve essere vista come una “limitazione all’autonomia del sistema finanziario”. Secondo Mitidieri, infatti, è un concetto superato quello di considerare i settori normati come intrinsecamente limitati; piuttosto, occorre disporre di adeguate funzioni e risorse ”con il compito di interpretare e tradurre le norme in processi, in modo da preservare l’autonomia aziendale nel pieno rispetto della normativa”. In ogni norma, anche la più severa, “esistono sempre margini di autonomia per l’azienda destinataria; occorre individuare il giusto punto di equilibrio nella traduzione degli obblighi normativi in processi organizzativi, senza ingessare l’operatività interna”.

In questo risiede la più grande sfida dei professionisti che operano nel mondo della compliance, poiché non si tratta più semplicemente di “garantire la conformità alla norma, ma di agire in sintonia con essa, all’interno di un perimetro che dia discrezionalità e progettualità all’intermediario”.

 

Nelle maglie strategiche di una moderna compliance, inoltre, deve essere presente la collaborazione attiva con le autorità di vigilanza, quale necessario dialogo volto a declinare taluni cantieri normativi e sviluppare processi efficaci ed efficienti, a tutela dell’integrità di uno specifico mercato di riferimento

 

L’Antiriciclaggio

Nel contesto della prevenzione dei rischi in un ambiente finanziario complesso, la gestione dell’antiriciclaggio diventa di vitale importanza per un intermediario, specialmente in presenza di una clientela internazionale, dotata di strutture organizzative e societarie complesse. In questo scenario, la questione del titolare effettivo assume un ruolo altrettanto rilevante, insieme a tutte le procedure di Know Your Customer. La digitalizzazione, che annette la pratica del digital onboarding, “è già una realtà e rappresenta un impegno per preservare l’efficacia della compliance normativa”.

Con gli attuali scenari geopolitici internazionali anche aggravati dagli attuali conflitti tra paesi, ha assunto un nuovo risalto la correlazione tra il fenomeno del riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, “un aspetto non trascurato ma spesso in ombra nel passato, che oggi richiede un attento monitoraggio”, specie nei rapporti e nelle relazioni con i cosiddetti paesi terzi ad alto rischio, black list, russofoni, etc.. Da questo, l’attenzione al fenomeno è sempre crescente da parte del mercato e delle Autorità di Vigilanza, attesa la significativa influenza ed esposizione che un intermediario possa esercitare sull’economia globale.

La sostenibilità, quale ultima tassello introdotto a livello normativo nell’Unione Europea, pur non avendo ancora raggiunto una definizione consolidata con decisioni e posizioni certe, richiede un’interpretazione attenta per essere integrata all’interno di un’organizzazione,considerando il contesto di mercato e la condivisione di informazioni con gli investitori, oltre ai rapporti con le Autorità di Vigilanza

 

Sostenibilità e tecnologia

Nello sviluppo del sistema finanziario moderno, i manager non possono trascurare né i processi di sostenibilità, che influenzano le decisioni aziendali, né la necessità di avviare progetti di innovazione tecnologica.

La sostenibilità, quale ultima tassello introdotto a livello normativo nell’Unione Europea, “pur non avendo ancora raggiunto una definizione consolidata con decisioni e posizioni certe, richiede un’interpretazione attenta per essere integrata all’interno di un’organizzazione”, considerando il contesto di mercato e la condivisione di informazioni con gli investitori, oltre ai rapporti con le Autorità di Vigilanza. È un percorso nuovo che definisce nuove sfide per gli intermediari e chiede maggiore consapevolezza per gli investitori nelle scelte delle operazioni di investimento […] continua a leggere People in Compliance#30