Compliance e indipendenza strategica: puno di forza di un contesto complesso e multi business

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compliancedesign.it ha intervistato Vincenzo D’Imperio, Group Compliance Officer & Chief Internal Auditor di Fedrigoni Group

Fedrigoni e Compliance, quale organizzazione?
Sono entrato in Fedrigoni a febbraio 2021 come Group Compliance Officer & Chief Internal Auditor, con l’obiettivo di creare una funzione che sviluppasse il sistema di controllo interno e contribuisse alla gestione integrata dei rischi. La Funzione di cui sono responsabile si occupa della pianificazione e dello sviluppo del Compliance Program di Gruppo (D.Lg. 231/2001 in Italia, GDPR, Antitrust, Third Parties Screening, etc.) così come di Enterprise Risk Management e, non da ultimo, di sviluppo, pianificazione ed esecuzione del piano di Internal Audit.

Riporto in maniera diretta e indipendente all’Amministratore Delegato. L’indipendenza strategica è, a mio avviso, l’assoluto punto di forza dell’operare in un contesto industriale così complesso e multi-business, in cui la Compliance rappresenta per colleghi e legal entities una novità.
In termini di governance, un’ulteriore linea di difesa è costituita dall’Audit & Risk Committee, un comitato a cui partecipano il CEO, il CFO e gli azionisti, che assicura il coinvolgimento di tutti gli organi aziendali e garantisce risorse adeguate e un forte commitment da parte del management.

Quali i temi principali in un settore “tradizionale” come quello delle cartiere
Facciamo parte di una realtà non soggetta a particolari vincoli regolatori. I rischi immediatamente percepiti sono quelli tipici del settore industriale che Fedrigoni affronta con importanti investimenti di energie e risorse a garanzia della salute e sicurezza sul lavoro e tutela dell’ambiente, anche in ottica di responsabilità amministrativa dell’ente.

Vincenzo D’Imperio

Le maggiori complessità per questo Gruppo sono invece rappresentate dalle latitudini estese che lo caratterizzano, così come le peculiarità dei mercati e le giurisdizioni in cui opera, tramite legal entity e branch estere. Il Gruppo è infatti presente in più di 132 paesi nel mondo, con 21 stabilimenti produttivi.
Anche i temi di sostenibilità stanno avendo forte impatto, arricchendo il novero di attività a cui la mia funzione si dedica. A giugno 2022, il Gruppo ha ottenuto il massimo riconoscimento in ambito di sostenibilità da Ecovadis – agenzia internazionale di rating ESG – che ha collocato Fedrigoni nell’1% delle imprese della stessa industria a livello mondiale per performance in materia ESG. Uno dei quattro ambiti indagati nel questionario di Ecovadis era Ethics & Compliance, in cui abbiamo ottenuto 20 punti percentuali in più rispetto al 2021, a riprova dell’impegno profuso da questa funzione e da tutto il Gruppo in ottica ESG.

L’ingresso nel capitale di fondi internazionali che impatto ha avuto nella diffusione di una maggiore cultura della compliance?
Tutto il leadership team dimostra grande sensibilità ai temi di compliance e ciò è in parte anche determinato dall’expertise e dal background dei responsabili delle principali funzioni aziendali.
Avere come investitore un fondo internazionale che ha fortemente raccomandato la creazione di questa funzione dà sicuramente un importante impulso allo sviluppo della “cultura della compliance”, a tutti i livelli e le latitudini in cui il Gruppo opera.

La funzione che rappresento ha partecipato in modo attivo alle operazioni straordinarie che ci hanno visti protagonisti negli ultimi mesi, compreso l’ingresso di BC Partners, garantendo agli investitori l’esistenza di un presidio forte in materia di Governance e Compliance.
Anche sul fronte acquisizioni, come da ultimo nel caso della società turca Unifol, la funzione ha supportato e contribuito all’integrazione nel Gruppo delle nuove realtà, attraverso attività di comunicazione e formazione volte a diffondere i principi generali contenuti nelle Global Policy. Ci relazioniamo direttamente con gli esponenti delle controllate, assicurando un presidio e un supporto che mira all’abbattimento dei rischi e alla diffusione di best practice comuni in materia di third parties screening, anticorruzione, antitrust, whistleblowing, etc.

In un Gruppo così articolato quanto gli eventi contingenti stanno incidendo sul vostro lavoro?
La crisi Russo – Ucraina, così come i temi di attualità politica più rilevanti, hanno fortemente condizionato l’operato di questa funzione e di tutto il Gruppo. Gli accadimenti del 2022 hanno infatti richiesto un effort ulteriore per garantire adeguati screening delle terze parti con cui operiamo (clienti, fornitori, agenti, etc.) e il controllo dell’export verso i paesi oggetto di sanzioni internazionali, pur mantenendo saldo l’impegno verso le tematiche classiche del mondo industriale.
Inoltre, l’importante esposizione del Gruppo nel mondo del Luxury Packaging contribuisce allo sviluppo di una sempre maggiore sensibilità rispetto a tematiche ambientali, influenzata anche dalla particolare attenzione dedicata al tema da parte degli organi di controllo.

Quali le sfide per il futuro?
La sfida futura è mantenere gli attuali standard qualitativi e il contatto con gli interlocutori del Sistema di Controllo Interno, garantendo di fungere da perno per la diffusione della cultura di compliance in tutte le realtà che compongono il Gruppo, mirando anche allo sviluppo e al miglioramento del Sistema di Controllo Interno. […] continua a leggere People in Compliance