Paolo Basarri: un italiano alla guida della compliance di FIA

Share:

“Nel 2017 passò un treno che presi al volo. Ma forse è più appropriato parlare di automobile. Ebbi, infatti, l’opportunità di divenire il primo Compliance Officer della FIA, la federazione che governa l’automobilismo sportivo internazionale, nonché ente di riferimento degli automobile club di tutto il mondo”

Comincia così il colloquio con Paolo Basarri (Compliance Officer FIA) che continua: “il commitment e l’endorsement della Presidenza, nonché la sinergia con il Comitato Etico – di cui sono segretario – sono fondamentali nello svolgimento del mio incarico. In questo senso, mi sento molto fortunato e godo del necessario supporto.”

La FIA è una delle più grandi e importanti federazioni sportive internazionali e regolamenta diverse discipline motoristiche, tra cui la Formula 1 e le altre discipline monoposto, il rally, il rally cross, il karting, l’endurance e molte altre. Assumere una posizione apicale presso un’organizzazione così delicata ed importante con la missione ultima di proteggere il valore di questo sport è una sfida alla quale è difficile dire di no.

Paolo Basarri

Un passaggio quello in FIA avvenuto quasi per caso racconta Basarri “nel 2017 lavoravo per Japan Tobacco e non ero molto interessato ad altre opportunità. Fui contattato da un head-hunter che gestiva la ricerca di un Compliance Officer per un’organizzazione internazionale operante a Ginevra.
La figura ricercata avrebbe lavorato a stretto contatto con il top management. L’idea di poter divenire responsabile di una funzione nuova creando il mio laboratorio mi ha affascinato ed è stata la principale motivazione al cambiamento. Il mio CV con esperienze nel settore automobili e nella compliance ha fatto poi il resto.”

◉ Le differenze tra il mondo dell’impresa e quello delle federazioni sportive sono piuttosto marcate.
Le federazioni sportive sono enti not-for-profit (spesso associazioni regolate dal diritto civile locale), non sottostanno ad alcuna autorità di vigilanza, non sono regolamentate da alcuna normativa di settore particolare, hanno una governance democratica e le posizioni di leadership sono occupate da cariche elettive spesso non remunerate.
Al contempo governano o regolamentano attività che, se all’inizio del XX secolo erano meramente ricreative, con il tempo sono diventate remunerative ed in alcuni casi estremamente profittevoli. Il quadro normativo esterno che le disciplina non si è evoluto, invece, di pari passo con il business.
Queste organizzazioni hanno dovuto sviluppare modelli organizzativi e controlli meramente interni. E gli scandali che nel decennio 2010 hanno interessato diverse federazioni sportive internazionali hanno dato un impulso importante in questa direzione.

◉ “Fare compliance in una multinazionale quotata assomiglia ad un’escursione di trekking urbano, mentre occuparsene in una federazione sportiva internazionale mi ricorda avventure vero destinazioni più naturalistiche, come la foresta o la giungla” sintetizza Basarri che aggiunge “in ambiente urbano, anche il semplice passeggiare richiede il rispetto di una normativa complessa che deve essere conosciuta e che richiede pratica, come i passaggi pedonali, i semafori, le precedenze, le piste ciclabili. L’applicazione corretta della normativa, però, ci protegge dai rischi in modo adeguato e accettabile. Questi concetti non valgono in ambienti naturalistici esotici, in cui non vi sono regole sociali e infrastrutture. Gli strumenti di protezione ce li dobbiamo portare noi e ci dobbiamo pensare prima di avventurarci. Io sono stato anche in parte fortunato perché, al mio arrivo in FIA, un consulente esterno di primaria importanza aveva già completato e presentato al management una valutazione del rischio ethics and compliance. La mappatura che ne era scaturita è stato un valido trampolino per la progressiva implementazione di tutti gli strumenti utili ad una funzione compliance moderna, dalla procedura di compliance due diligence all’implementazione di una whistleblower hotline, da un registro dei conflitti di interesse sino a vari programmi di formazione interna”.

Al di là dei rischi connessi con la natura giuridica e la governance di queste organizzazioni, nelle federazioni sportive si applicano principalmente due modelli di business: vi sono federazioni che sfruttano direttamente gli eventi sportivi che regolamentano ed altre che si avvalgono di intermediari o promotori.
La FIA ha adottato il secondo modello, che espone a rischi economici e finanziari molto più moderati. L’affidabilità del partner deve però essere indiscutibile. Quindi le attività di due diligence, ed in particolare nella sua componente compliance, sono assolutamente strategiche.
Quando chiediamo su quali aree di rischio si sta attualmente focalizzando l’attenzione Basarri non ha dubbi, “Anti-harassment e non-discrimination sono tematiche attualissime nel mondo dello sport. Abbiamo lanciato la nostra policy sul tema e ho chiesto che fosse approvata dai top governing bodies della federazione. In questo momento con il mio team ci stiamo occupando della comunicazione interna, che interessa tutti gli stakeholder, dai piloti, ai team, ai dipendenti della FIA, sino ad arrivare ai commissari sportivi. Il lavoro svolto dal Comitato Olimpico è stato fonte di ispirazione.”

Le federazioni sportive internazionali stanno compiendo importanti passi avanti nello sviluppare funzioni compliance interne anche se spesso non hanno organizzazioni e risorse adeguate per farlo. A parte il Comitato Olimpico, la FIFA, l’UEFA, la FIA ed World Athletics, che dispongono di una funziona compliance, “una federazione sportiva internazionale media ha un budget limitato ed è quindi costretta ad esternalizzare il servizio o a farne a meno. La comunità internazionale si è posta più volte la questione circa l’opportunità di regolare le federazioni sportive internazionali con una normativa dedicata. Non si sono visti tuttavia progressi in tal senso e le vulnerabilità intrinseche del settore permangono. Motivo in più per tenere gli occhi aperti, ma del resto è il nostro lavoro!” conclude Basarri.[…] continua a leggere People in Compliance