Finocchiaro (AIRC): Governance e Compliance, angeli custodi nella missione contro il cancro

Share:

La compliance è come l’angelo custode di un’organizzazione, di una responsabilità aziendale, piccola o grande che sia. E dato che in ogni ruolo aziendale vi è una responsabilità, considerare la compliance come un angelo custode anziché un mero controllore è probabilmente la cosa più importante da fare. Un angelo custode che è presente nella nostra coscienza e ci guida come un compagno di viaggio, indicandoci sempre quando dobbiamo fare attenzione, fornendoci strumenti per prevenire e gestire eventuali rischi e come rendicontare gli effetti delle decisioni assunte nel modo migliore. Perché non basta evitare comportamenti scorretti; è altrettanto fondamentale saper rendicontare le nostre azioni.

Sono le parole di Daniele Finocchiaro, Consigliere Delegato di Fondazione AIRC dal gennaio 2022, intervistato da compliancedesign.it, che ha condiviso la sua visione di compliance all’interno dell’organizzazione che dal 1965 finanzia la ricerca scientifica indipendente sul cancro in Italia.

Finocchiaro è approdato nella più grande organizzazione no profit dell’Europa continentale, sia in termini di raccolta fondi che di numero di persone coinvolte, dopo aver accumulato vent’anni di esperienza professionale nel settore farmaceutico, fino a ricoprire la carica di Presidente e Amministratore Delegato di GlaxoSmithKline.

Il nostro progetto di governance deve quindi essere estremamente robusto, considerando l’importanza dei numeri coinvolti e la sensibilità del settore. È essenziale porre grande attenzione alla reputazione del marchio della fondazione

“Mettere a disposizione le proprie conoscenze acquisite con l’obiettivo di aumentare l’efficienza all’interno dell’organizzazione e immaginare ulteriori crescite è una delle cose più belle che possano capitare”, spiega Finocchiaro. Considerando la diffusione del cancro in Italia, “quasi tutti gli italiani hanno avuto esperienze personali dirette o indirette con il cancro, avere quindi l’opportunità di contribuire a selezionare la migliore ricerca, migliorare la qualità della vita dei pazienti e alimentare le speranze di milioni di italiani che donano ad AIRC per sconfiggere questa malattia, o per contribuire al progresso della ricerca, è un grande onore”.

Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro rappresenta la spina dorsale della ricerca in Italia e finanzia oltre 6.000 ricercatori ogni anno, prevalentemente in istituzioni pubbliche, grazie a una raccolta di 160 milioni di euro di donazioni. L’organizzazione conta 4 milioni e mezzo di sostenitori diretti, con oltre un milione e mezzo di cittadini che ha destinato il proprio 5 per mille – AIRC è stabilmente al primo posto tra gli enti beneficiari con un totale di circa 70 milioni di euro. “Un patrimonio di ricchezza che si fonda sulla reputazione di AIRC”. AIRC conta anche su 20 mila volontari, che offrono il loro tempo e la loro generosità per distribuire i prodotti solidali nelle piazze e per organizzare numerosi eventi locali: ad esempio, in occasione della Festa della Mamma distribuiscono oltre 600 mila azalee in 3.500 punti distribuiti in tutto il territorio italiano, raccogliendo in un solo giorno cifre considerevoli da destinare alla ricerca. “Il nostro progetto di governance deve quindi essere estremamente robusto, considerando l’importanza dei numeri coinvolti e la sensibilità del settore”.

Il volontariato è radicato in una cultura che talvolta considera impossibile commettere errori, data la nobiltà delle attività svolte. La sfida sta nel far comprendere che le pratiche di compliance non sono burocrazia fine a sé stessa, ma servono a proteggere l’organizzazione che tutti stanno sostenendo

È dunque essenziale porre grande attenzione alla reputazione del marchio della fondazione. “Dobbiamo assicurarci che il nostro marchio non venga associato in modo indiscriminato ad eventi che potrebbero compromettere la nostra reputazione: considerando che siamo coinvolti in una vasta gamma di iniziative, che vanno da eventi locali alla partecipazione ad eventi di risonanza internazionale come la Charity dinner supportata da Borsa Italiana”.

Daniele Finocchiaro

Nei settori a scopo di lucro, i processi di compliance e l’importanza della reputazione possono essere gestiti direttamente e gerarchicamente ponendo regole a cui tutti i dipendenti devono attenersi. “Tuttavia, nel settore non profit, ci troviamo spesso di fronte alla sfida di gestire un gran numero di volontari, il che può complicare la gestione complessiva. Il volontariato è radicato in una cultura che talvolta considera impossibile commettere errori, data la nobiltà delle attività svolte. La sfida sta nel far comprendere che le pratiche di compliance non sono burocrazia fine a sé stessa, ma servono a proteggere l’organizzazione che tutti stanno sostenendo”.

Per una struttura come AIRC, l’acquisizione dei dati dei donatori riveste un ruolo fondamentale. “consentendoci di ringraziare i donatori, chiedere donazioni, inviare riviste e fornire ulteriori informazioni. Gestiamo una vasta quantità di dati che è di vitale importanza mantenere e tutelare nel modo migliore possibile. Abbiamo quindi implementato misure di sicurezza con standard simili a quelle utilizzate dalle banche, poiché deteniamo informazioni sensibili sui donatori e sui volontari. Attualmente, stiamo anche investendo ulteriormente in un nuovo sistema gestionale, poiché è essenziale rimanere sempre aggiornati e prevenire qualsiasi potenziale rischio di intrusioni non autorizzate”.

Non possiamo eliminare completamente il rischio nelle nostre attività, “ma possiamo gestirlo, comprenderlo, analizzarlo e implementare misure di mitigazione per cercare di prevenirne la manifestazione. La competenza fondamentale in questo contesto consiste nel saper individuare i rischi”.

La compliance per Finocchiaro non può quindi essere una mera struttura, ma parte del quotidiano. “La compliance non deve essere una competenza del dipartimento preposto all’implementazione e gestione del modello di governance, ma deve essere insita in ogni persona che ha una responsabilità e un ruolo all’interno di quell’azienda”.

Le strutture di compliance dovrebbero essere anche più aperte. I migliori compliance officer che ho incontrato nella mia carriera sono coloro che hanno acquisito esperienza in altre aree, poiché comprendere come comunicare efficacemente con le persone è cruciale per trasmettere messaggi di compliance.

La compliance dovrebbe svilupparsi come una sorta di senso civico, un concetto di civiltà, un insieme di regole che non necessariamente dobbiamo conoscere alla perfezione, “ma che rispettiamo in modo innato perché comprendiamo i valori sottostanti”. Partire dai principi etici, che costituiscono le fondamenta dell’organizzazione, è quindi essenziale per guidare le decisioni, “specialmente quando ci troviamo di fronte a scelte complesse che richiedono una particolare riflessione”.

Le strutture di compliance dovrebbero essere anche più aperte. “I migliori compliance officer che ho incontrato nella mia carriera sono coloro che hanno acquisito esperienza in altre aree, poiché comprendere come comunicare efficacemente con le persone è cruciale per trasmettere messaggi di compliance. Quindi, non solo è essenziale avere specialisti, ma è altrettanto importante acquisire esperienza al di fuori del campo specifico. Allo stesso modo, sarebbe vantaggioso per i talenti all’interno di un’organizzazione avere l’opportunità di acquisire esperienza in una struttura di compliance per comprenderne appieno il funzionamento. Le sfide riguardano tutti, e ognuno può portare una prospettiva diversa” […] continua a leggere People in Compliance#25