Immaginate un ginnasta che esegue un perfetto triplo salto carpiato. Precisione, forza e grazia si combinano in una sequenza straordinaria. E ora immaginate uno spettatore che, invece di applaudire questo atto incredibile, si entusiasma per un semplice salto eseguito da un altro atleta. Una scena surreale, vero? Eppure, questa dinamica riflette ciò che spesso accade nelle aziende quando si tratta di valutare le performance delle diverse funzioni.
In questa metafora, la funzione Compliance è il ginnasta del triplo salto carpiato. Lavora dietro le quinte con precisione chirurgica: gestisce normative complesse, implementa controlli, anticipa i rischi e garantisce la solidità del sistema aziendale. Le sue performance, per quanto spettacolari, passano spesso inosservate agli occhi del top management. Dall’altro lato, ci sono le funzioni di Business e Operations, che si distinguono con risultati immediati e tangibili come fatturati, crescita e operatività efficienti. Non c’è dubbio che questi risultati siano fondamentali, ma la loro visibilità e il loro impatto diretto rendono più semplice catturare l’attenzione e il riconoscimento dell’amministratore delegato.
Il paradosso della percezione
Perché il triplo salto carpiato della Compliance non impressiona come dovrebbe?
La risposta risiede nella natura intangibile del suo contributo. Quando la Compliance funziona, il suo operato non si nota: non ci sono scandali, sanzioni o blocchi operativi. Il sistema aziendale scorre fluido, e questo viene percepito come “normale”. Di conseguenza, il management tende a dare per scontato il valore di questa funzione, focalizzandosi invece su risultati visibili e quantificabili. Questo paradosso della percezione porta spesso a una sottovalutazione strategica della Compliance. Il suo valore emerge solo quando qualcosa va storto, e allora, improvvisamente, tutti si accorgono di quanto fosse essenziale il suo lavoro.
Il confronto con le funzioni di Business e Operations
Le funzioni di Business e Operations hanno un vantaggio intrinseco: il loro operato è visibile e direttamente collegato agli obiettivi strategici dell’azienda. Un nuovo contratto firmato, un aumento di produttività, un progetto concluso con successo: questi risultati sono come piccoli fuochi d’artificio che catturano immediatamente l’attenzione.
Al contrario, la Compliance opera su un orizzonte temporale più lungo, lavorando in modo preventivo. Il suo valore risiede nell’assenza di problemi, ma l’assenza è difficile da celebrare. È come applaudire il fatto che un ponte non è crollato: fondamentale, ma raramente spettacolare.
Il vero problema non è il contributo della Compliance, ma la narrazione intorno a esso.
Per ottenere il giusto riconoscimento, è necessario cambiare il modo in cui questa funzione comunica il proprio valore. La Compliance deve imparare a rendere visibile l’invisibile, traducendo i suoi risultati in termini che risuonino con il management. Ad esempio, quantificare i rischi evitati o i risparmi ottenuti grazie alla conformità può rendere più tangibile il suo contributo.
Inoltre, è fondamentale collegare la Compliance agli obiettivi strategici dell’azienda, mostrando come le sue attività supportano la crescita e la sostenibilità. Non deve essere percepita come un costo, ma come un investimento strategico.
Anche il racconto di storie può fare la differenza. Presentare casi concreti in cui la Compliance ha evitato problemi significativi o abilitato opportunità può catturare l’attenzione in modo più efficace rispetto a numeri e report.
Infine, collaborare con le funzioni più visibili, come Business e Operations, può aiutare la Compliance a integrarsi nelle iniziative più evidenti, guadagnandosi così una maggiore visibilità.
Dal salto invisibile al riconoscimento strategico
Il triplo salto carpiato della Compliance è un’arte complessa che richiede maestria e dedizione. Ma per ottenere il riconoscimento che merita, questa funzione deve imparare a raccontare la propria storia in modo diverso, adattandosi alla psicologia del management.
Il vero successo arriverà quando anche l’amministratore delegato inizierà a notare quel salto straordinario, riconoscendo che dietro ogni piccolo salto visibile c’è una struttura robusta, costruita con la fatica e la competenza della Compliance. Un applauso meritato, finalmente.
R.I.T.A.