Partire dai rischi quotidiani per allineare comportamenti e aspettative aziendali

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“È semplice rendere le cose complicate, ma è complicato renderle semplici.”

Con questa citazione si apre l’incontro tra compliancedesign.it e Susanna Tulipani, Head of Compliance Integrata di Edison Group. “Rendere più semplici le cose: è proprio l’approccio che stiamo adottando e cercando di trasferire a tutta l’organizzazione. Non è un percorso facile o agevole, ma sono convinta che, con il contributo prezioso di tutti i colleghi, possiamo farcela”.

La Funzione Compliance Integrata è nata in Edison nel 2021 con l’obiettivo di rafforzare la cultura dell’etica e della compliance e semplificare, attraverso un modello di governance, le modalità operative di gestione. È un passaggio importante che sposta il focus dei controlli dalla mera verifica degli atti all’attenzione ai processi, con l’obiettivo di incidere sulla cultura aziendale, cercando di responsabilizzare l’organizzazione sui rischi e sulla necessaria aderenza ai processi interni.

Esiste il rischio di replicare internamente la complessità generata dall’eccessiva produzione normativa e burocratica nazionale, ulteriormente complicata dalle numerose direttive europee. Diventa quindi essenziale la capacità di trasformare la compliance da sistema burocratico a sistema diffuso di gestione dei rischi.

 

Susanna Tulipani

La Funzione Compliance Integrata opera trasversalmente al Gruppo Edison e collabora con gli altri presidi specialistici per assicurare il buon funzionamento dell’intero sistema di compliance con una visione ampia e diffusa. Tulipani ritiene infatti che “la legalità non sia composta da compartimenti stagni: il confronto, la condivisione e le best practices costituiscono una necessità in un contesto nel quale le regole appaiono sempre più correlate tra loro e la lotta all’illegalità e alla corruzione deve sempre più contare su efficaci forme di collaborazione”.

I potenziali danni reputazionali, legati all’ampio tema della Business Integrity, costituiscono senza alcun dubbio un aspetto centrale di ogni Governance della Compliance che si rispetti. La sensibilità è aumentata negli ultimi anni a seguito di una rilevante casistica giurisprudenziale (pensiamo ai casi Viareggio, TyssenKroup, Audi).  È per questo motivo che il presidio Business Integrity ha assunto più che mai importanza e che cosituisce ad oggi un perno fondamentale attorno cui far ruotare, ad esempio, il Codice Etico aziendale.

È fondamentale instaurare un dialogo proattivo tra tutti gli stakeholder interni per creare aree di integrazione e complementarità, necessarie per implementare le numerose regole, non sempre ben armonizzate, del nostro ordinamento giuridico. “Esiste il rischio di replicare internamente la complessità generata dall’eccessiva produzione normativa e burocratica nazionale, ulteriormente complicata dalle numerose direttive europee”. È quindi fondamentale la capacità di trasformare la compliance da sistema burocratico a sistema diffuso di gestione dei rischi. “Partire dalla consapevolezza dei rischi associati al lavoro quotidiano dei singoli, anziché dalle norme, permette una migliore comprensione delle regole e delle aspettative aziendali riguardo ai comportamenti”.

Creare valore attraverso la gestione strategica dei rischi che possono impattare sulla reputazione aziendale, promuovendo la semplificazione delle regole e delle procedure interne, pur nel rispetto dei principi fondamentali di governance e trasparenza. Una compliance intesa, agita e comunicata in questo modo non solo preserva il patrimonio aziendale, ma rappresenta anche un investimento a lungo termine per uno sviluppo virtuoso e sostenibile dell’azienda.

 

È giunto il momento di superare gli slogan e stabilire punti fermi che conferiscano oggettività alle parole e misure concrete ai dati, a partire dai temi più discussi degli ultimi anni, come sostenibilità. “La recente adozione della CSDDD dimostra chiaramente come la compliance si occupi quotidianamente di aspetti pratici e non solo teorici. Riguardo all’intelligenza artificiale, non si deve temere il futuro e le sue potenziali opportunità; è invece determinante affrontare le implicazioni etiche che possono derivare dal suo uso”.

Creare valore attraverso la gestione strategica dei rischi che possono impattare sulla reputazione aziendale, promuovendo la semplificazione delle regole e delle procedure interne, pur nel rispetto dei principi fondamentali di governance e trasparenza. “Una compliance intesa, agita e comunicata in questo modo non solo preserva il patrimonio aziendale, ma rappresenta anche un investimento a lungo termine per uno sviluppo virtuoso e sostenibile dell’azienda”  […] continua a leggere People in Compliance#38