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Prysmian ottiene la certificazione ISO 37001

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La certificazione ISO 37001 ottenuta da Prysmian è il risultato di un’evoluzione quadriennale nella cultura dell’integrità e della compliance che ha accompagnato l’espansione internazionale del Gruppo. Prysmian Group non ha registrato casi confermati di corruzione nel biennio 2020-2021, ma proprio la sua crescita oltre i confini nazionali l’ha sempre più esposta al rischio di corruzione.

“Dato che Prysmian, come altre aziende, è esposta a questo tipo di rischio, il Gruppo ha deciso di aumentarne la consapevolezza insieme alla capacità di neutralizzarlo attraverso un Programma di Compliance Anticorruzione allineato alle linee guida ISO” ha dichiarato Alessandro Nespoli (in foto a sx) Chief Compliance and Internal Audit Officer in una nota della società.

Al centro delle linee guida ISO di autoregolamentazione c’è un sistema di screening di terze parti come consulenti, , Intermediari e distributori attraverso la due diligence finalizzata a far emergere eventuali eventi critici o negativi che potrebbero minare la reputazione di terzi con cui il Gruppo Prysmian opera.

In qualità di public company con un’ampia base di azionisti e senza azionisti di controllo, la trasparenza delle azioni e la divulgazione delle informazioni sono sempre state un pilastro fondamentale della strategia aziendale del Gruppo Prysmian. Gli investitori internazionali e le istituzioni finanziarie sono attenti alle questioni di trasparenza in materia di sostenibilità, governance e conformità al rischio. Prysmian Group prevede di espandersi ulteriormente in Nord America e Australia, dove la transizione energetica sta guidando nuovi investimenti. Pertanto, la sua conformità globale deve essere allineata agli standard in questi mercati.

Prysmian Group ha iniziato il percorso di certificazione rivedendo le proprie politiche anti-corruzione. L’azienda ha istituito una politica per i regali e l’intrattenimento, l’ospitalità e altre pratiche. Ha stabilito regole per rivelare un conflitto di interessi. E ha introdotto la due diligence non solo per gli agenti commerciali, ma anche per una serie di categorie di terze parti esposte al rischio. Tutti i dipendenti impiegati ora devono compilare un questionario di Conflict of Interests una volta all’anno, o ogni volta che cambiano una posizione personale, su quattro aree. La certificazione è stata rilasciata nel dicembre 2021 e gli sforzi continueranno.

Le attività anticorruzione sono a cascata dalla sede di Milano attraverso unità e filiali in tutte e quattro le principali regioni del Gruppo, dove ciascuna ha un team. “Il concetto di conformità deve permeare il business, e non essere dall’alto verso il basso; deve diventare un modo di pensare. L’obiettivo è quello di facilitare il business e i nostri colleghi, fornendo loro strumenti che rendono più facile la gestione del rischio corruttivo”, ha detto Giorgio Totis (in foto a dx) Compliance VP & DPO.

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