Nel panorama normativo e aziendale attuale, la compliance rappresenta una funzione sempre più centrale, ma ancora troppo spesso percepita come un insieme di adempimenti piuttosto che come leva per la creazione di valore. È da questa consapevolezza che nasce l’idea di un nuovo manuale dedicato alla compliance, pensato per offrire non solo un quadro teorico, ma soprattutto strumenti concreti e approcci operativi. A guidare questo progetto editoriale è Luca Libutti, Compliance Director EMEA di Zimmer Biomet, che ha coordinato un team multidisciplinare per dare vita a un volume innovativo, ispirato ai modelli anglosassoni dei compliance handbook.
In questa intervista, Libutti racconta com’è nata l’idea, il percorso che ha portato alla realizzazione del libro, le sfide affrontate e l’approccio scelto per distinguersi. Un’occasione per riflettere sul ruolo del compliance officer oggi e sul valore della collaborazione tra competenze giuridiche e aziendali.
Da dove nasce l’idea di realizzare questo nuovo manuale di compliance?
L’idea di realizzare un manuale di compliance nasce da una semplice constatazione: riteniamo ci sia una lacuna nel panorama italiano dei libri dedicati al mondo della compliance. Ci sono, infatti, numerosissimi testi che raccontano le diverse normative ma quasi nessuno che fornisca gli strumenti pratici per affrontare il mondo compliance, cercando di rispondere alla fondamentale domanda “Come lo faccio?”.

Si è deciso di creare un volume che inquadri il ruolo di compliance officer e le ricette per il suo successo, per poi passare in rassegna le componenti fondamentali dei programmi di compliance – dal risk assessment al Codice Etico, dalla formazione alle attività di due diligence – ed arrivare infine ad affrontare le tematiche di frontiera, come l’impatto dell’intelligenza artificiale e gli approcci mutuati dalla scienza comportamentale. Si è posto l’accento sui temi pratici, spiegando la normativa e dando conto degli aspetti operativi, con un continuo rimando a casi di scuola e approfondimenti mirati. Un esempio su tutti: ogni capitolo si chiude con un paragrafo che racconta alcuni “casi pratici” sul tema trattato.
C’è stato un momento preciso, un’esperienza, un confronto, che ha fatto scattare la scintilla?
L’idea è nata ad una delle iniziative di ComplianceDesign.it nel 2023! L’evento è stato l’occasione per incontrare un caro amico, la cui compagna è scrittrice. Discutendo sul mondo compliance, ha semplicemente domandato come mai non avessi mai pensato a scrivere un libro: l’idea alla base del volume era già presente, ma quella è stata la scintilla che ha dato vita al progetto.
La conferma della novità rispetto al mercato ci è stata data innanzitutto dall’editore Lefebvre Giuffrè ma anche dalla risposta iniziale degli autori, che hanno confermato il loro l’interesse come “utenti”, rispetto ad un testo che affrontasse il tema sotto una veste differente: un volume pratico che parlasse di compliance indipendentemente dalla normativa di riferimento.
A chi si rivolge?
Il libro è pensato per un pubblico che abbia almeno una conoscenza di base rispetto al mondo compliance; quindi, non per forza esperto ma che sappia, ad esempio, che cosa sia un risk assessment. Ciò premesso, il volume non è pensato esclusivamente per novizi, anzi! Si vogliono dare spunti utili anche ai profili più senior attraverso la trattazione di temi complessi, come ad esempio le tecniche di misurazione della compliance, ed il coinvolgimento tra gli autori di professionisti riconosciuti sul mercato.
Come si è evoluto il manuale dal progetto iniziale al testo pubblicato?
Nel progetto iniziale, ogni singolo capitolo è stato proposto agli autori identificati in base alla
riconosciuta competenza sullo specifico ambito. Una volta ingaggiati, è stato molto interessante confrontarci sul contenuto originale e innovativo che gli stessi volevano apportare. Ad ognuno è stata lasciata “carta bianca” rispetto allo svolgimento dell’elaborato, dando piena voce alla loro professionalità. Questo approccio ha favorito l’emergere di temi comuni: uno tra tutti, l’importanza di un approccio valoriale applicato al mondo compliance.
Inoltre, abbiamo mutuato dal mondo della comunicazione l’idea di lavorare in coppia
creativa. Il concetto prevede che la scrittura di sia realizzata “a quattro mani” da parte di professionisti provenienti da primari studi legali e aziendalisti facenti parte da grandi società italiane e multinazionali. Questo ci ha permesso di esprimere diverse anime all’interno di ciascun capitolo.
In un contesto che evolve così rapidamente, quanto “resisterà” questo manuale?
Questa è una delle prime domande che ci si è posti. Chiaramente l’aspettativa è quella di “segnare il passo” rispetto allo stato della compliance e i suoi fondamentali. L’obiettivo ambizioso è proprio ripartire da questi per raccontare la prospettiva storica, lo stato dell’arte, e le tendenze future sui diversi temi, il tutto sempre in un’ottica pragmatica.
Ultima domanda, più personale: cosa vi portate a casa da questa esperienza?
Innanzitutto, ci “portiamo a casa” il team che si è creato. Grazie anche a rapporti personali e professionali precedenti, si è formato un gruppo di lavoro davvero coeso, che si ritroverà a
collaborare anche su altri fronti – primo tra tutti un master in Compliance Aziendale e Gestione del Modello 231 in partenza il 6 Giugno prossimo. Quanto agli insegnamenti, ci ha stupito realizzare quanto sia stato sfidante “mettere a terra” i concetti durante la scrittura, scartando il superfluo per concentrarsi su quello che si vuole comunicare al lettore. Infine, saremmo felici se riuscissimo a trasmettere al lettore due semplici messaggi: la necessità di avere una visione d’insieme sul mondo compliance e, ancora più importante, la passione per questa professione che deve caratterizzare le nuove generazioni.