Soluzioni per una supply chain resiliente e affidabile

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La crescente complessità delle catene di fornitura, unita a una regolamentazione sempre più stringente, spinge le aziende a rivedere profondamente il proprio approccio alla compliance. Non si tratta più di rispondere esclusivamente alla pressione di sanzioni o misure repressive, ma di costruire un sistema di gestione del rischio capace di proteggere il business e, al contempo, generare valore sostenibile nel lungo periodo.

Il ruolo strategico del Consiglio di Amministrazione
Un cambio di paradigma è necessario e parte dal Consiglio di Amministrazione (CdA), il quale deve assumere un ruolo strategico nella gestione del rischio. Le funzioni di compliance, legal, risk e internal audit non possono limitarsi a un controllo operativo, ma devono diventare veri e propri motori di una governance consapevole. Questa governance deve considerare la supply chain non come un mero insieme di fornitori, ma come un’estensione del sistema aziendale, integrandola nelle priorità strategiche. Negli ultimi anni, normative europee, linee guida OCSE, standard ISO e codici di autodisciplina hanno reso più evidente l’importanza di una gestione strutturata del rischio. Tuttavia, tradurre questa consapevolezza in azioni concrete richiede che il CdA riconosca la propria accountability non solo nei confronti di dipendenti e azionisti, ma anche rispetto a tutti gli attori della filiera, inclusi i fornitori e le comunità coinvolte.

Jessica Meloni (Ceva Logistics) e Nicoletta Pia Di Cagno (Versace)

Diversificazione dei rischi nella filiera estesa
La gestione della filiera estesa introduce una serie di rischi diversificati: operativi, legali, finanziari e reputazionali. Per affrontarli efficacemente, è necessaria una comprensione diffusa a tutti i livelli aziendali e un investimento adeguato in risorse e strumenti. Ad esempio, un rischio operativo può derivare dall’interruzione delle forniture, mentre un rischio reputazionale potrebbe scaturire dal comportamento non etico di un fornitore.

Il CdA deve sviluppare un approccio che trasformi queste minacce in opportunità. Un orientamento già in parte evidente nel contesto della sostenibilità, dove molte aziende vanno oltre i requisiti normativi per creare valore aggiunto.

Integrazione del rischio della supply chain nella governance aziendale
Integrare il rischio della supply chain nella governance aziendale richiede scelte strategiche mirate, che possono includere la riallocazione delle risorse, la ridefinizione delle priorità aziendali e l’implementazione di controlli più strutturati lungo tutta la catena. Solo un approccio integrato consente di mitigare i rischi in modo efficace e di rafforzare la resilienza aziendale, preparandola a rispondere a eventi imprevisti.

La costruzione di una cultura del rischio condivisa è un altro elemento chiave per il successo. Questo obiettivo si può raggiungere attraverso programmi di formazione mirati e una comunicazione efficace che spieghi ai fornitori non solo i requisiti aziendali, ma anche le ragioni alla base delle pratiche richieste. La trasparenza, supportata da strumenti come audit condivisi, piattaforme di monitoraggio e report di sostenibilità, aumenta la fiducia reciproca e incentiva comportamenti virtuosi.

La tracciabilità delle decisioni aziendali e una gestione efficace delle vendor list rappresentano due elementi spesso sottovalutati, ma fondamentali per una governance robusta. L’implementazione di un sistema che documenti in modo sistematico le scelte aziendali e le relative motivazioni non solo migliora la governance interna, ma consente anche di rispondere in modo più efficace alle richieste delle autorità di controllo, dimostrando la solidità del sistema di gestione del rischio.

Un monitoraggio costante e aggiornamenti regolari delle vendor list garantiscono che i fornitori rimangano allineati agli standard aziendali e ai valori dell’organizzazione. Questo aspetto assume particolare rilevanza per le PMI, che spesso rappresentano il punto critico della supply chain a causa delle loro limitate risorse. Le grandi aziende, tuttavia, possono svolgere un ruolo chiave supportando le PMI attraverso programmi di partnership strategica, volti a ridurre le disparità operative e a promuovere una collaborazione più solida, efficace e sostenibile.

Marianna Lamolina (EY) e Jean Paule Castagno (Orrick)

Anche il procurement deve evolvere, passando da una visione strettamente economica a un approccio strategico. Selezionare e investire in fornitori allineati ai valori aziendali e alle priorità strategiche può trasformare questa funzione in un motore di crescita e innovazione.

Non esiste una soluzione unica per bilanciare controllo e proporzionalità nella gestione della supply chain. Ogni azienda deve sviluppare un modello su misura, basato su criteri di efficienza, sostenibilità e responsabilità. Coinvolgere tutti gli attori della filiera è fondamentale per garantire un allineamento complessivo.

Mentre gli strumenti digitali avanzati, come piattaforme di data analytics o blockchain, rappresentano un prezioso supporto per il monitoraggio dei rischi, le competenze umane rimangono imprescindibili. Team qualificati con expertise in compliance, finanza ed economia sono fondamentali per interpretare i dati generati dalla tecnologia e per tradurli in decisioni strategiche. Solo un equilibrio tra innovazione tecnologica, competenze umane e dialogo costante con le autorità può consentire alle aziende di affrontare con successo le sfide sempre più complesse della supply chain moderna.

 

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