Pianeta Calcio. Corporate Governance e sana gestione per crescere

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Una storia che parte dal lontano 1926 e che dopo tre anni per volere del suo fondatore – il marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano – assume le tonalità del viola, scelta cromatica mantenuta fedelmente anche oggi. Due volte campione d’Italia e prima squadra italiana a vincere una competizione Uefa, la Fiorentina dal 2019 di proprietà dell’imprenditore italo-statunitense Rocco Commisso è una società particolarmente attenta alla gestione dei rischi.

compliancedesign.it ha intervistato Andrea Tordini di ACF Fiorentina, esperto di risk management, compliance integrata e controlli interni.

Cosa vuol dire fare compliance in una società di calcio professionistico?
Non c’è una verità assoluta. “Fare compliance” è una ricetta che va adattata al contesto, al momento storico della società e per concludere, a ciò che è utile per l’organizzazione. La crescente necessità di gestire rischi nuovi o emergenti, la continua crescita del numero e della complessità delle normative, la consapevolezza che la non-compliance può causare ripercussioni negative molto significative per le aziende, sono solo alcuni dei fattori che stanno portando le aziende ad alzare l’attenzione e l’impegno verso la predisposizione di un’adeguata strumentazione – fatta da procedure, strutture organizzative, norme operative – che rendano possibile una efficace gestione dei rischi di non conformità.

Ma è necessario fare in modo che le decisioni e i comportamenti siano ispirati al rispetto della propensione al rischio del vertice, delle procedure interne e delle norme esterne, attraverso l’allineamento di strategia, processi e risorse umane di cui dispongono. Per questo lo scenario generalmente non è mai lo stesso tra le società.

Quale organizzazione per la fiorentina?
In ACF Fiorentina è stato implementato un Sistema di Compliance integrata, che si ispira al Compliance Handbook 3.0 della FIFA redatto lo scorso 2020. Dal 2016, infatti, con l’elezione di Gianni Infantino, l’attenzione della Federazione Internazionale verso la compliance è progressivamente cresciuta ed ha portato alla creazione di una propria divisione compliance, guidata da Emilio García Silvero (FIFA Chief Legal & Compliance Officer) e Patrick Trépanier (FIFA Director of Compliance).

In Fiorentina, nella funzione “Risk & Compliance” si concentrano quelle attività che presidiano i controlli di secondo e terzo livello. La Società, inoltre, ha deciso di comprendere anche le attività di controllo interno valorizzando la mia nomina come membro interno dell’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. n. 231/2001 e dell’Organismo di Garanzia ex art. 7, comma 5 dello Statuto Federale F.I.G.C. nonché, andando in continuità con le attività che svolgevo come Internal Audit.
L’area del “Compliance Risk Management” ha, ormai, assunto centralità nei “sistemi di controllo interno e gestione dei rischi” aziendali e su di essa si sta concentrando l’attenzione a tutti i livelli (cda, management, ecc.). Garantire una efficace gestione della Compliance in un periodo di crescente complessità e di risorse limitate richiede, dal mio punto di vista, un vero cambio di passo, che solo l’adozione e il continuo sviluppo di strumenti digitali ad-hoc può assicurare.

Ci sta dicendo che in ACF Fiorentina la Compliance passa per l’utilizzo di uno strumento digitale?
Esattamente. Ho approfittato dell’entusiasmo della nuova Proprietà per avviare un progetto in house volto all’implementazione di un tool GRC. Partendo dall’utilizzo di un database management system, quindi da un foglio bianco, ho iniziato a mettere a frutto la conoscenza dei processi, dei rischi e dei controlli maturata nell’internal auditing.
Oggi attraverso il tool vengono gestiti anche processi chiave come ad esempio quello relativo alla gestione delle autorizzazioni interne per concludere un operazione di calcio mercato.
L’aver sviluppato “in casa” un progetto di questo tipo ha permesso alla Società di valorizzare le conoscenze ed il lavoro dei colleghi, abbiamo badato alla sostanza e il fatto che tutt’ora sia uno strumento in costante sviluppo mi riempie di orgoglio.

Quali sono gli altri rischi o aspetti peculiari del settore?
In Italia, così come in tanti altri stati europei, la vita di una Società sportiva professionistica è h24 sotto i riflettori. Anche l’operato di chi è dietro le quinte viene valutato, non solo dai suoi responsabili, ma anche da chi segue il day by day di una società sportiva. Siamo manager pro tempore di un “patrimonio pubblico”; pertanto, ciascuno di noi deve fare del proprio meglio per lasciare un pezzetto del proprio talento a questi colori, a questa Città.
Gli aspetti peculiari sono diversi  […] continua a leggere l’intervista su “People in Compliance”. Clicca per scaricare newsletter!