Il ruolo dell’Italia nella lotta alla corruzione: diplomazia giuridica e modello di riferimento globale
In occasione della Giornata Internazionale contro la Corruzione, lo scorso 9 dicembre si è tenuto un seminario con l’obiettivo di rafforzare la sensibilizzazione sul tema e valorizzare il ruolo internazionale dell’Italia nella prevenzione e repressione dei fenomeni corruttivi. L’evento, promosso insieme ai Ministeri della Giustizia e dell’Interno, ha riunito i vertici istituzionali italiani e figure internazionali di rilievo, ponendo le basi per un dialogo costruttivo e operativo sulla diplomazia giuridica italiana.
Un Tavolo di Riflessione ad Alto Livello
L’evento, concepito come estensione del tavolo di coordinamento inter-istituzionale anticorruzione guidato dalla Farnesina, ha visto l’intervento dei Ministri chiave del governo: il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, il Ministro della Giustizia e il Ministro dell’Interno. Hanno inoltre preso parte figure di spicco come il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, la Presidente della Commissione parlamentare antimafia, onorevole Chiara Colosimo, e il Presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia.
La presenza di 36 Capi Missione diplomatici accreditati in Italia, unita a quella di rappresentanti della società civile e del mondo imprenditoriale, ha conferito all’evento una dimensione internazionale.
Risultati e Obiettivi Raggiunti
Durante la sessione inaugurale, il Vice Presidente del Consiglio Antonio Tajani ha evidenziato i successi ottenuti, tra cui l’adozione di standard globali anticorruzione da parte dei Paesi del G7, basati sul modello italiano. Ha inoltre sottolineato l’importanza dei programmi di capacity building in America Latina, finanziati dalla Farnesina e realizzati con il contributo delle Forze dell’Ordine italiane, e l’estensione geografica delle iniziative, che coinvolgeranno ASEAN, Balcani e, in futuro, l’Africa.
Questi interventi rafforzano la sicurezza globale e consolidano la competitività dell’Italia, promuovendo la reputazione internazionale del sistema Paese.
La Diplomazia Giuridica come Strumento di Politica Estera
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha posto l’accento sull’importanza della semplificazione normativa nella lotta alla corruzione e sulla necessità di rafforzare la cooperazione internazionale. A sua volta, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato come un approccio sistemico e coordinato possa accrescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
In questo quadro, la diplomazia giuridica italiana emerge come uno strumento efficace e flessibile, capace di combinare competenze normative, formazione tecnica e cooperazione operativa. I suoi pilastri fondamentali comprendono l’armonizzazione normativa a livello multilaterale, il supporto alle istituzioni e la promozione dell’integrità delle imprese italiane all’estero.
Una Visione Condivisa
La seconda sessione, moderata dal Generale Alessio Nardi, ha approfondito le linee guida della diplomazia giuridica italiana. Il Segretario Generale Amb. Riccardo Guariglia ha delineato tre priorità fondamentali: l’armonizzazione normativa a livello multilaterale, l’assistenza tecnica nei settori della giustizia e della sicurezza e la promozione dell’integrità delle imprese italiane operanti all’estero.
A seguire, Chiara Colosimo, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha proposto di sviluppare ulteriormente una diplomazia dell’antimafia, garantendo pieno supporto parlamentare a questa strategia. In parallelo, il Vice Presidente del CSM Fabio Pinelli ha ribadito l’importanza dell’indipendenza della magistratura come pilastro per rafforzare il sistema ordinamentale.
Interventi successivi, come quelli di Mauro Battocchi, Direttore Generale per la promozione del sistema Paese, e di Andrea Tiriticco, Ispettore Generale, hanno evidenziato il ruolo centrale del MAECI nel dialogo con le imprese italiane e nell’attuazione della normativa anticorruzione.
La sessione si è conclusa con l’intervento della Segretaria Generale dell’IILA Antonella Cavallari, che ha valorizzato il lavoro svolto in America Latina e nei Caraibi. Qui, la diplomazia giuridica italiana ha consolidato un modello operativo di successo, divenuto un riferimento per altre realtà internazionali.
Nuove Forme di Corruzione e il Ruolo dell’Italia
Nel corso dei lavori è emersa la crescente complessità delle nuove forme di corruzione, spesso sofisticate e strettamente legate alla criminalità organizzata. Questo contesto richiede un approccio olistico e coordinato, reso possibile grazie al modello inter-istituzionale italiano. L’efficacia del quadro normativo nazionale e delle prassi operative adottate ha consolidato il ruolo dell’Italia come leader globale e modello di riferimento internazionale.
Diplomazia della Crescita e Sviluppo Sostenibile
Un tema centrale affrontato nel seminario è stato quello della diplomazia della crescita. Le iniziative italiane di assistenza tecnica e formazione non solo contrastano la corruzione, ma contribuiscono a rafforzare l’attrattività del sistema Paese e delle sue imprese.
In questo contesto, il rappresentante del comitato business anticorruzione dell’OCSE (BIAC) e Direttore Risk, Business Integrity & Resilience di Autostrade per l’Italia Nicola Allocca, ha proposto di riconoscere l’eradicazione della corruzione come un obiettivo specifico di sviluppo sostenibile, rilanciando la campagna “Zero Corruption”.
L’incontro ha consolidato il modello italiano di diplomazia giuridica, riconosciuto come buona prassi da organismi internazionali come l’OCSE e le Nazioni Unite. Guardando al futuro, l’espansione delle attività di assistenza tecnica in nuove aree geografiche e il perfezionamento delle strategie di prevenzione e contrasto permetteranno all’Italia di affermarsi ulteriormente come attore chiave nella tutela dello Stato di diritto globale e nella promozione di una crescita sostenibile e trasparente.