Il B20, da sempre canale privilegiato attraverso cui il mondo delle imprese porta al G20 proposte per la crescita e la stabilità globale, ha segnato quest’anno un passaggio inedito. Con la presidenza sudafricana, la corruzione è stata affrontata in modo esplicito e centrale, diventando parte integrante delle raccomandazioni ufficiali consegnate ai leader del G20.
Non si tratta più di un riferimento marginale o di un tema secondario, ma di una questione riconosciuta come ostacolo globale alla fiducia, allo sviluppo equo e agli investimenti sostenibili. Nella stessa cerimonia di passaggio di consegne dal B20 al G20, il termine “corruzione” è stato richiamato apertamente e senza ambiguità, a testimonianza di un cambio di passo storico nella narrazione pubblica e istituzionale.
Nel suo Final Paper, la Task Force Integrity & Compliance – di cui è Co-Chair l’italiano Nicola Allocca, presidente del Comitato Business Integrity e Anticorruzione del Business at OECD (BIAC) – ha indicato tre priorità strategiche: utilizzare le tecnologie emergenti – dall’intelligenza artificiale alla blockchain – per contrastare la corruzione; rafforzare la trasparenza nei flussi finanziari legati alla sostenibilità attraverso standard comuni; promuovere iniziative di Collective Action, stimolando la collaborazione tra istituzioni, imprese e società civile con strumenti concreti come Integrity Pacts, High-Level Reporting Mechanisms e reti transnazionali per l’integrità.
Per la prima volta, il termine “corruzione” compare in maniera diretta e strutturata nelle raccomandazioni finali del B20. È un segnale che testimonia la maturazione di un percorso collettivo: dalla sensibilizzazione alla politica, dalle dichiarazioni agli impegni, dagli impegni a strumenti operativi.
Il documento del B20 South Africa non è soltanto un testo tecnico. È un messaggio politico chiaro: la lotta alla corruzione è entrata di diritto tra le priorità dell’agenda economica internazionale. Un cambio di paradigma che apre una nuova stagione, più consapevole e concreta, in cui la trasparenza non è più un auspicio, ma una condizione necessaria per la crescita globale.