Chiarezza e consapevolezza per una gestione efficace e coerente dei rischi

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La funzione compliance ha accompagnato la crescita di Kryalos SGR sin dalla sua costituzione nel 2015, evolvendosi parallelamente all’espansione della società e portando alla sua internalizzazione per rispondere  alla sempre maggiore complessità operativa. Inizialmente, le funzioni di compliance e antiriciclaggio sono state affidate a società esterne specializzate. Tuttavia, con il sensibile incremento delle masse gestite (oggi circa 12,5 miliardi di immobili in gestione) e le crescenti complessità organizzative, il board ha deciso di potenziare ulteriormente il proprio sistema di controllo interno, internalizzando dette funzioni. Da aprile 2022, la responsabilità delle funzioni compliance e antiriciclaggio è affidata ad Angela Amatruda, che compliancedesign.it ha incontrato per condividere la sua esperienza in un settore dove la componente reputazionale, insieme a quella fiduciaria, assume una rilevanza fondamentale.

Sebbene l’attenzione verso le tematiche di business integrity, finalizzata a diffondere valori etici nelle pratiche aziendali, sia un fenomeno relativamente recente, la sua espansione sta correndo velocemente in Europa ma anche in Italia. Basti pensare ai sistemi di whistleblowing, alle pratiche di autovalutazione aziendale, all’attenzione verso la sostenibilità a 360 gradi, all’information technology e alla trasformazione digitale, tutti disciplinati dalle normative comunitarie e nazionali più recenti.

Diventa essenziale creare un’armonizzazione reale tra le diverse discipline giuridiche applicabili nei Paesi europei per evitare distonie e sovrapposizioni operative tra gli stakeholder continentali. Così come a livello nazionale, è auspicabile vengano sempre fornite direttive univoche e chiare per contenere il rischio di applicazioni disparate.

 

Angela Amatruda

“Diventa essenziale creare un’armonizzazione reale tra le diverse discipline giuridiche applicabili nei Paesi europei per evitare distonie e sovrapposizioni operative tra gli stakeholder continentali.  Così come a livello nazionale, è auspicabile vengano sempre fornite direttive univoche e chiare per contenere il rischio di applicazioni disparate”, sottolinea Amatruda. Se guardiamo all’ambito della prevenzione del fenomeno del riciclaggio, un esempio è dato dall’individuazione della titolarità effettiva degli investitori persone giuridiche. A livello europeo, coesistono vari criteri per determinare la titolarità effettiva (il criterio della proprietà, del controllo o il criterio residuale) che, nelle normative interne dei vari Paesi, sono declinati in modo diverso e talvolta in apparente contrasto tra loro, creando incertezza applicativa e disorientamento tra gli intermediari.

In Italia, un altro esempio riguarda l’individuazione della titolarità effettiva dei fondi di investimento privi di personalità giuridica. In assenza di una disposizione espressa, gli intermediari hanno adottato nel tempo criteri diversi per identificare la titolarità effettiva dei fondi; per alcuni da identificarsi nella società di gestione del fondo, per altri nei soggetti con deleghe di gestione del fondo, e per altri ancora negli investitori del fondo stesso. “Sarebbe auspicabile l’introduzione di regole certe e dirimenti in merito, obiettivo che l’ultimo pacchetto europeo AML sembra perseguire in quanto identifica i titolari effettivi degli organismi di investimento collettivo”.

È necessario continuare a sostenere e supportare un percorso di consapevolezza tra gli stakeholder poiché agli sforzi connessi al rispetto delle norme di riferimento e al rafforzamento dei presìdi di controllo interno conseguono indiscussi benefici economici e reputazionali.

 

L’armonizzazione delle normative e la chiarezza delle direttive sono quindi fondamentali per garantire una gestione efficace e coerente dei rischi reputazionali e operativi nel settore finanziario, contribuendo a rafforzare la fiducia degli investitori e la stabilità del mercato. Ma non basta. In questo contesto emergono nuove tipologie di rischi che implicano nuove responsabilità per gli intermediari finanziari, richiedendo competenze tecniche e specialistiche sia a livello di governance che di organico aziendale. “È necessario continuare a sostenere e supportare un percorso di consapevolezza tra gli stakeholder poiché agli sforzi connessi al rispetto delle norme di riferimento e al rafforzamento dei presìdi di controllo interno conseguono indiscussi benefici economici e reputazionali, per citarne solo alcuni” conclude Amatruda  […] continua a leggere People in Compliance#38