Compliance come faro nella lotta alla corruzione

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La consapevolezza del rischio di corruzione e l’urgente necessità di prevenirlo si consolidano sempre di più sia tra le aziende private, che in quelle pubbliche. Nel contesto pubblico, la consapevolezza e gli sforzi preventivi assumono un ruolo preminente, mentre quando si esplora il territorio privato diventa cruciale discernere tra le dinamiche internazionali e quelle locali. A livello internazionale, la prevenzione della corruzione è un principio ampiamente diffuso, soprattutto tra le grandi realtà aziendali USA e nell’industria farmaceutica. In Italia, le aziende locali, inizialmente estranee a tali dinamiche, stanno ora abbracciando numerose best practice derivanti proprio dall’esperienza del settore pubblico.

compliancedesign.it ne ha discusso con Angela Melissari, dal 2018 Chief Compliance Officer e Data Protection Officer di MM Spa, società partecipata del Comune di Milano, creata nel 1955 per progettare e costruire le prime linee metropolitane che, ad oggi, si occupa anche di acque pubbliche e patrimonio immobiliare. Melissari vanta una lunga esperienza nell’ambito audit, risk e compliance in diverse Società (quali Allianz e Sogin), oltre ad essere Presidente del Collegio dei Revisori di AITRA (Associazione Italiana Trasparenza e Anticorruzione) e Probiviro Nazionale di Federmanager.

 

Cambiare mentalità richiede tempo, ma il rafforzamento dei principi di legalità rappresenta un passo fondamentale verso una percezione significativamente inferiore della corruzione

 

MM Spa, pur non essendo vincolata agli obblighi anticorruzione di cui alla legge 190/2012, in quanto società quotata, essendo partecipata dal Comune di Milano, ha comunque abbracciato volontariamente misure preventive significative. “Attraverso l’implementazione di una robusta policy anticorruzione, associata al nostro Modello 231 e al Codice Etico,abbiamo esteso l’applicazione dei principi contenuti in tali documenti anche ai nostri fornitori nazionali e internazionali”, spiega Melissari. “Questo approccio proattivo nasce dalla consapevolezza che il rischio di corruzione è intrinsecamente legato al rischio reputazionale. Abbattere uno significa, inevitabilmente, preservare l’integrità dell’altro, contribuendo a creare un ambiente aziendale più sicuro e sereno”.

Angela Melissari

Sebbene la corruzione non possa essere completamente eliminata, esistono normative, meccanismi di controllo e organismi di vigilanza efficaci. “Dichiarare che la corruzione non esiste in Italia sarebbe un’affermazione fuorviante. Tuttavia, è cruciale evidenziare che sono disponibili strumenti e contromisure per ridurre e contenere questo rischio”. La sfida rimane legata alla mentalità: “cambiare mentalità richiede tempo, ma il rafforzamento dei principi di legalità rappresenta un passo fondamentale verso una percezione significativamente inferiore della corruzione”. La prospettiva di realizzare progressi tangibili nella prevenzione della corruzione è concreta e, in questo ambito, “ci impegniamo attivamente”. La visione di MM Spa è orientata a plasmare un “contesto aziendale in cui la trasparenza, l’integrità e la legalità costituiscano il fondamento imprescindibile di ogni attività”.

 

Negli ultimi 10/15 anni, abbiamo assistito a dun notevole miglioramento nell’approccio al rischio in generale, ma merge ancora una marcata disparità tra le realtà regolamentate e quelle non regolamentate. Nelle prime, il concetto e la cultura del rischio “hanno raggiunto livelli straordinari, evidenziati dall’uso di avanzati strumenti informatici appositamente progettati

 

All’arrivo da MM Spa nel 2018, Melissari ha ricevuto l’incarico di istituire la Struttura di Compliance. “Sfruttando la mia esperienza pregressa, ho plasmato la compliance come una struttura di controllo di secondo livello, distintiva dalla branca legale e dotata di caratteristiche proprie,” una compliance che si occupa di attività di compliance audit oltre alla verifica ex post delle procedure e del Modello 231,coprendo anche la normativa in tema di protezione dei dati personali (GDPR). “Gli audit non solo migliorano l’efficacia e l’efficienza dei processi interni di un’azienda, garantendo la conformità alle normative, ma sono anche un potente mezzo per dimostrare a diversi stakeholder che l’azienda è affidabile e meritevole di fiducia”. La principale sfida è stata quindi quella della “consapevolezza culturale in materia di compliance”.

Oltre alle responsabilità operative, “ho riconosciuto la necessità di un lavoro preliminare di sensibilizzazione tra i colleghi riguardo al mio ruolo professionale”. Gradualmente, “ho delineato le attività svolte durante gli audit e l’obiettivo del mio lavoro. Ho comunicato chiaramente che la mia funzione non era quella di un investigatore autoritario, bensì di una collega che individuava eventuali non conformità alle normative interne ed esterne”.

 

Il rischio di corruzione è intrinsecamente legato al rischio reputazionale. Abbattere uno significa, inevitabilmente, preservare l’integrità dell’altro, contribuendo a creare un ambiente aziendale più sicuro e sereno

 

Attraverso un impegno costante e significativo nella diffusione della cultura della compliance, “siamo riusciti a costruire un rapporto collaborativo”. E quello scetticismo iniziale si è ribaltato, anzi, “i colleghi stessi si rivolgono a me in caso di dubbi”, segnando un importante traguardo sulla cultura aziendale. La chiave di questa trasformazione è stata quella di far percepire la compliance non come una mera imposizione, ma come uno strumento di supporto al business: “la leva cruciale risiede nel far comprendere l’utilità di ciò che si fa”. Permane come fattore indispensabile, in ogni caso, la presenza di un forte impegno da parte della leadership aziendale, “che per mia fortuna in MM esiste”, infatti, “se la leadership non è propensa a comprendere i rischi e il concetto di rischio, diventa arduo diffondere una cultura aziendale orientata a questo approccio” […] continua a leggere People in Compliance#28