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Compliance footprint. Quando la compliance è integrata nel piano industriale

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A colloquio con Nicola Allocca, Risk Compliance Business Continuity and Quality Director Aspi Autostrade per L’Italia

Intelligenza artificiale e predittiva, ingegneri nei dipartimenti di compliance, stakeholders engagement e valutazione di impatto su comunità, compliance footprint e trasformazione: quando si sente parlare Nicola Allocca, Risk, Compliance, Business Continuity and Quality Director di Autostrade per l’Italia, sembra di sentire parlare il futuro.

Sotto la nuova dirigenza dell’AD Roberto Tomasi, il Gruppo ASPI sta vivendo una radicale trasformazione volta a diventare un operatore integrato di mobilità sostenibile. E lo fa, tra l’altro, pianificando 2.900 nuove assunzioni entro il 2024 e 21,5 miliardi di euro di investimenti e manutenzioni (che porterebbero a un movimento di indotto di 65 miliardi di euro).

L’obiettivo finale? Contribuire al bene comune attraverso il potenziamento delle infrastrutture e delle reti di questo paese. “Sostenibile è la parola chiave” commenta Allocca “che significa contribuire, attraverso politiche attive e azioni positive a garantire educazione, sicurezza, benessere sociale e preservare il diritto delle future generazioni a vivere in un pianeta dove non ci siano ineguaglianze”.
Uno dei pilastri della sostenibilità di questo nuovo piano è sorretto anche dal dipartimento di Risk, Compliance & Quality guidato da Allocca con il programma Next To Legality (al fianco della legalità). Un programma che, insieme agli altri Next To (Next To Excellence, Next To Digital, Next To Safety, Next to People, etc.), è parte integrante del piano industriale. “Nessun trade-off tra performance e compliance” dichiara Allocca.

“Il nostro business ha l’impronta della compliance fin dal principio di ogni operazione”. Per sviluppare Next To Legality, infatti, è stato fondamentale il contributo e l’appoggio dei colleghi provenienti dalle funzioni di controllo e di staff ma anche dalle business units con l’endorsement del top management. “L’efficacia della compliance è il prodotto fra qualità del programma e la sua accettazione da parte dei manager” commenta Allocca.
Next To Legality parla chiaro: “niente scorciatoie” (sono le parole dell’AD Tomasi) su etica e integrità. “Su oltre 21 miliardi di investimenti e manutenzioni, il rischio che una parte di esso finisca “al malaffare” è alto. Per questo è necessario utilizzare tolleranza zero verso qualsiasi disallineamento rispetto alle regole prefissate. I risultati ottenuti al di fuori dei limiti etici per noi semplicemente non sono risultati spendibili. Non sono proprio risultati” continua Allocca.

Oltre ai consueti must-have (Continuous Risk Management, Modello 231, antifrode, monitoraggio terze parti e anticorruzione certificato ISO) il programma contiene iniziative di disseminazione interna quali i Legality Days, eventi aperti a tutta la comunità aziendale e key stakeholders esterni, dove si discute di come migliorare in ambito legalità, integrità e trasparenza, e anche percorsi di Alta formazione e coaching manageriale in partnership con l’Università Sant’Anna di Pisa rivolti a tutti i dirigenti, quadri e funzioni chiave. La comunicazione di un programma è tanto importante quanto la sua ideazione.

Fa parte del programma anche la partecipazione a Tavoli di Lavoro Internazionali sull’anticorruzione volti all’aggiornamento e miglioramento costante delle pratiche in corso. “Le nostre fonti sono gli standard internazionali quali best practices OCSE, Transparency International, G20, B20” ricorda Allocca che, fra le altre cose, presiede il Comitato Anticorruzione Business dell’OCSE.[…] continua a leggere People in Compliance

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