Con la psychological safety l’errore non esiste

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Il concetto di “psychological safety” implica la convinzione condivisa che tutte le persone possano prendere e correre rischi senza incorrere in un giudizio. È essenziale far capire che non c’è nulla di male nel prendere rischi e, se si commette un errore, questo dovrebbe essere visto come un processo di apprendimento e progressione. Dal punto di vista emotivo, è quindi necessario concentrarsi sulla persona, consentendo di sentirsi liberi di correre rischi e di condividere dubbi in termini di conformità. È la visione di Isabella Mandelli, artista eco sociale e life skill trainer, che ha condiviso con compliancedesign.it la sua prospettiva di compliance, delineando la sua missione di introdurre la creatività nelle aziende e promuovere un cambio di paradigma.

Preferisco parlare di prosperità anziché crescita, poiché la prosperità comprende anche il benessere umano per raggiungere la sostenibilità aziendale.
Il percorso è quello di una “leadership premurosa” che si prende cura delle persone a tutti i livelli

La carriera di Mandelli ha avuto inizio nel ruolo di venditore e successivamente ha ricoperto il ruolo di direttore vendite e marketing in diverse aziende multinazionali nel settore della tecnologia medica. Nel corso degli anni, ha progredito fino a raggiungere la posizione di amministratore delegato per una grande multinazionale statunitense operante nel medical device,permettendole di acquisire una visione completa del ruolo della compliance.
“Nel ruolo di venditore ci si concentra principalmente sull’obiettivo di massimizzare i profitti dell’azienda. La conformità normativa è certamente parte integrante di questa posizione, ma è affrontata in modo più operativo”. Da amministratore delegato, invece, “si tratta di abbracciare una visione più olistica, assumendo un approccio panoramico e una responsabilità più ampia, che pone in primo luogo la sicurezza delle persone e dell’azienda. Non si tratta più esclusivamente di perseguire il profitto o le vendite, ma di raggiungere risultati complessivi”.

Isabella Mandelli

Con la decisione di vita di passare dal ruolo di amministratore delegato a quello di artista eco-sociale, l’obiettivo di Mandelli è ora quello condividere la sua esperienza e introdurre temi legati alla sostenibilità sociale, “un concetto che ritengo fondamentale per il futuro delle aziende”. Nel perseguire la crescita, infatti, la missione di Mandelli è quella di creare un’economia più partecipativa, coinvolgendo i dipendenti nei processi decisionali chiave, come la definizione del budget e il processo di talent review, con particolare attenzione al benessere dell’individuo. “Ridurre lo stress, spesso derivato da una pressione eccessiva sulla crescita aziendale, è una priorità”.

L’obiettivo è promuovere un ambiente in cui i dipendenti si sentano valorizzati, meno giudicati e dove le gerarchie aziendali siano abbassate. Incentivare la creatività individuale è parte integrante di questo approccio, poiché “credo che ciò liberi energie positive che contribuiscono a risultati più soddisfacenti e sostenibili nel tempo”. L’approccio di Mandelli in parte prende spunto dalle teorie della Doughnut Economy di Kate Raworth, in cui “preferisco parlare di prosperità anziché crescita, poiché la prosperità comprende anche il benessere umano per raggiungere la sostenibilità aziendale”. Il percorso è quello di una “leadership premurosa” che si prende cura delle persone a tutti i livelli.

“La chiave di questo cambiamento è una forma di conformità emozionale, che coinvolge le persone non solo dal punto di vista procedurale”, ma anche nel “come” le procedure vengono adottate. “Questo coinvolge la comprensione dei rischi e dei benefici associati ad un approccio procedurale, ma soprattutto la comprensione dell’aspetto umano coinvolto”. In merito a questo, Mandelli ha basato il suo approccio sulla regolamentazione internazionale ISO 45003 del 2021 che sottolinea l’importanza di creare un ambiente di lavoro in cui i dipendenti possano sentirsi a loro agio, promuovendo il benessere sul posto di lavoro, fornendo una guida per la gestione dei rischi psicosociali e la promozione del benessere sul lavoro, come parte integrante di un sistema di gestione della sicurezza e salute.

È fondamentale investire non solo nella comprensione formale delle procedure, che è essenziale, ma anche in un coinvolgimento emotivo più profondo per garantirne un’applicazione efficace

Cos’è la compliance
È importante definire cos’è la compliance per Mandelli, considerata come “uno stile di vita, poiché strettamente legata all’etica personale di ciascun individuo”. In particolare, nelle grandi organizzazioni, deve essere strutturata, ma trova la sua vera origine “in una base molto più intima e personale, influenzata dall’educazione, dallo stile e dall’approccio alla vita”. Le procedure quindi sono più di un semplice foglio, un PowerPoint o un training, “coinvolgono la parte più intima ed emozionale delle persone”. Pertanto, è fondamentale investire non solo nella comprensione formale delle procedure, “che è essenziale”, ma anche in un “coinvolgimento emotivo più profondo per garantirne un’applicazione efficace”.

La base di tutte le aziende deve partire proprio dalla compliance, basata su regole etiche, morali e disciplinari. “Queste regole assicurano che l’azienda sia in uno stato di sicurezza ottimale, permettendole di continuare a condurre un business sano”. L’obiettivo è che la prosperità non sia solo economica, ma anche umana. Questo approccio è fondamentale per evitare che le persone vedano la compliance come un’attività obbligatoria e distante.

L’approccio ha quindi l’opportunità di trasformare il lavoro dei responsabili della compliance e di tutti i lavoratori, dalle vendite al marketing alle funzioni di back office “in un qualcosa che le persone possano percepire come prezioso e fondamentale”. La consapevolezza, l’umanizzazione e la premura rappresentano quindi elementi cruciali per rendere il percorso di compliance non solo un adempimento formale, ma un aspetto integrante della cultura aziendale che le persone abbracciano con comprensione e coinvolgimento autentico.

La consapevolezza, l’umanizzazione e la premura rappresentano quindi elementi cruciali per rendere il percorso di compliance non solo un adempimento formale, ma un aspetto integrante della cultura aziendale che le persone abbracciano con comprensione e coinvolgimento autentico.

I Barabubbles
Per instaurare fiducia all’interno dei team, Mandelli ha introdotto i Barabubbles, quattro personaggi di fantasia che rappresentano i quattro stili comportamentali derivati da Carl Jung, che ha teorizzato la psicologia analitica: Barabà, Oco, Finolu e Boda. “L’obiettivo è far sì che ogni leader sia consapevole del proprio stile comportamentale e approccio comunicativo e, allo stesso tempo, consapevole dell’approccio comunicativo dei membri del proprio team”. Questa consapevolezza favorisce “un ambiente più disteso, basato sul riconoscimento reciproco, sull’abbassamento delle gerarchie e sulla sospensione del giudizio”.

Durante gli incontri con i manager o i team, “mi assicuro che ogni persona possa identificarsi nei quattro personaggi animati dei Barabubbles”, che Mandelli utilizza come veicolo per introdurre i concetti della sicurezza psicologica e della filosofia de “l’errore non esiste”, un approccio alla vita che premia l’autenticità e la fragilità, considerando l’errore come un’opportunità di crescita e di innovazione, promuovendo un ambiente di fiducia e di inclusione.
Una volta che le persone si riconoscono nei personaggi si inizia a dipingere. “Fornisco gli acquerelli e la carta, e offro tutorial video disponibili sulla pagina Instagram Barabubbles o direttamente durante la sessione. Imposto delle regole di cosa non si può fare: per esempio, è vietato competere e di dire “non sono capace o ho fatto un errore”. Non è un corso di acquerello ma un’attività intima dove si riscopre la nostra essenza creatività portando alla luce autenticità e vulnerabilità, nell’accettazione dell’errore e delle forme espressive di tutti. Consegno loro penne completamente indelebili, eliminando la possibilità di cancellare, per stimolare il flusso creativo e l’accettazione degli errori”.
In risposta all’esperienza, “inizialmente, si nota una certa rigidità”, ma man mano che le persone si rendono conto dell’importanza di accogliere se stessi senza giudizio, “emergono personaggi creativi e unici”.

Alla fine, si completa il processo con una valutazione del team, identificando le prevalenze delle personalità e apprezzando
la diversità che rende il gruppo più forte, poiché ognuno si riconosce e accoglie gli altri. Alla conclusione della sessione, Mandelli presenta al leadership team un’opera d’arte unica, un quadro creato basandosi sui valori, la missione e i simboli dell’azienda. “Questa consegna rappresenta un manifesto emotivo per il team di leadership, un simbolo tangibile dei concetti e delle esperienze condivise durante la formazione”.

Una storia di vita
Questo percorso di consapevolezza di Mandelli è nato da un processo di sviluppo personale durante l’assunzione del ruolo di amministratore delegato. “Durante i primi anni da leader di vendite e marketing ho ottenuto successi in ogni ambito raggiungendo e superando i target assegnati, fino a quando è emerso un sondaggio anonimo composto da 12 domande”. La prima domanda riguardava “se il tuo capo si prendesse cura di te come persona, mentre la seconda chiedeva se le tue idee contassero”. Le risposte dovevano essere valutate da 1 a 5. Al momento della pubblicazione dei risultati, “avevo ottenuto un punteggio di 2 in queste domande”.
A questo punto, la CEO si è rivolta a consulenti esterni specializzati in formazione, “i quali mi hanno suggerito di acquisire maggiore consapevolezza di me stessa e degli altri”. Questo ha portato ad una riflessione su come la “leadership influenzasse il contesto umano e, in particolare, su come potesse impattare sia sul lavoro che sulla vita privata”.
Questo processo di consapevolezza ha ispirato Mandelli a creare i Barabubbles.
“Il mio ufficio da amministratore delegato era ricco di acquerelli; durante le riunioni, dipingevo sia in modalità virtuale che dal vivo. Era un approccio un po’ fuori dagli schemi, ma ha avuto un impatto significativo”. Questa pratica ha permesso di mettere in luce “la mia parte umana e di favorire una conoscenza più approfondita tra me e i membri del team”.

Da qui è emersa l’idea della leadership premurosa, con la riduzione delle gerarchie, l’assenza di giudizio, la concezione che l’errore non esista, la sperimentazione condivisa e la promozione della creatività. “Ho dato spazio ai membri del team per essere se stessi e scoprire la loro scintilla creativa, favorendo un ambiente di lavoro positivo e sereno”. Questo approccio ha funzionato così bene che “il nostro team era veramente felice, ottenendo risultati concreti e sostenibili” […] continua a leggere People in Compliance#28