Sidoli (UCB): Quando la compliance incontra la scienza

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Laurea in Scienze Biologiche, più di 15 anni di esperienza di lavoro internazionale nelle industrie biotecnologiche e farmaceutiche ricoprendo diversi ruoli. Attualmente Head of Ethics & Compliance Europe di UCB, azienda biofarmaceutica con casa madre in Belgio.
compliancedesign.it ha intervistato Maria Cristina Sidoli

Non è un background insolito per una funzione tradizionalmente di derivazione legal?
Nel contesto farmaceutico la funzione di Compliance ha spesso derivazione scientifica (Scienze Biologiche o Farmaceutiche); personalmente trovo che il background scientifico aiuti molto a comprendere le progettualità del business, riuscendo a carpirne il valore per effettuare una corretta analisi del rischio. Sono convinta che il successo dell’evoluzione della funzione di Etica e Compliance, in passato percepita come una funzione regolatoria e di supporto distaccata, si stia evolvendo sempre piu’ in una funzione integrata nel business, pur mantenendo l’indipendenza decisionale. Ecco come un background scientifico aiuta tale integrazione.

Maria Cristina Sidoli

Come e quando nasce il suo passaggio nella funzione compliance?
Dopo diversi anni trascorsi nella ricerca scientifica preclinica ed una breve esperienza come Medical Scientific Liaison mi sono approcciata al mondo della Compliance quasi per caso; come spesso si dice, mi sono trovata nel posto giusto al momento giusto. Partendo da zero come autodidatta mi sono appassionata giorno dopo giorno a questo lavoro che mi ha offerto la possibilita’ di collaborare con diversi dipartimenti spaziando dalla medica al commerciale, dall’accesso all’external engagement. Le difficoltà sono all’ordine del giorno, possiamo definirle come il pane quotidiano di una funzione Compliance. Ciò che rende tali difficoltà attraenti ai miei occhi è la costante ricerca delle soluzioni, soluzioni giuste ed etiche, per scoprire che in fondo, quando si agisce in modo corretto, il risultato è sempre migliore anche se la strada più giusta non è sempre quella più facilmente percorribile.

Quali sono i cambiamenti più evidenti che la compliance (e i suoi manager) hanno avuto in questo ultimi anni?
Il cambiamento principale è stato senza dubbio il lento passaggio dall’essere considerati i “poliziotti dell’azienda” a valide funzioni di supporto che portano, o meglio aggiungono valore alle diverse attivita’ aziendali. I manager e l’intera azienda hanno lentamente compreso che come si produce è altrettanto importante rispetto a cosa si produce.
Sempre più aziende farmaceutiche hanno sposato il valore dell’Etica oltre a quello della Compliance riconoscendo quanto il comportarsi in modo etico e compliant aumenti la buona reputazione dell’azienda, ormai riconosciuta come asset fondamentale.
Un secondo cambiamento importante a cui ho assistito è stato quello di riconsocere una totale indipendenza al dipartimento di Compliance che in passato era accorporato al Dipartimento Medico. Questa totale autonomia affiancata ad una stretta collaborazione con le funzioni legal hanno creato i migliori presupposti per poter lavorare in modo sinergico e complementare per operare con i più elevati standard richiesti dall’industria farmaceutica che è oggi una delle più regolamentate al mondo.

Quanto la regolamentazione, la tecnologia e l’IA condizioneranno lo sviluppo della funzione nel prossimo futuro?
Gia’ il passato, e sicuramente il presente ed il futuro si presentano ricchi di cambiamenti in campo tecnologico. Come ci insegna la storia, la legislazione ed i regolamenti in generale non sono purtroppo altrettanto veloci nel seguire o prevedere tale sviluppo tecnologico. Nonostante io sia fondamentalmente favorevole allo sviluppo tecnologico tante domande e molti dubbi sono emersi ad esempio sull’impiego dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario. Affinchè lo sviluppo tecnologico possa portare i benefici che ci auspichiamo è necessario supportarlo con una solida regolamentazione che ne mitighi i potenzali rischi.

Qual è il “next step” che la compliance oggi dovrebbe compiere?
Pensando alla funzione della Compliance e al ruolo determinante che essa sempre di più ha in diverse realtà aziendali, spaziando dall’ambito bancario a quello farmaceutico, mi piacerebbe che tale ruolo venisse riconosciuto a partire dalla creazione di un corso professionale o master dedicato a formare adeguatamente specialisti in Compliance. In questo modo questa professione potrebbe finalmente essere riconosciuta ed iniziare ad avere una propia identità evitando di essere confusa o assimilata alla funzione legale.
Essendo una forte sostenitrice del valore dell’eticità aziendale, termino condividendo una delle mie citazioni preferite di Potter Stewart, legislatore americano: “L’etica è conoscere la differenza tra ciò che si ha il diritto di fare e ciò che è giusto fare”. […]continua a leggere People in Compliance#24