La seconda edizione di AML Integrity Design, tenutasi a Milano lo scorso 4 giugno e organizzata da ComplianceDesign.it e AITRA, in collaborazione con BonelliErede e Confindustria Assoimmobiliare, ha ospitato una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Giulia Sala (COIMA SGR), Giuseppe Sciarretta (Unipol Assicurazioni), Vincenzo Scuderi (Gruppo Deutsche Bank), Fabrizio Vedana (Across Fiduciaria e Presidente Assocasp), moderata da Roberto Schiavelli (Confindustria Assoimmobiliare) e Andrea Savigliano (BonelliErede).
Nel confronto tra i diversi operatori del settore finanziario e assicurativo sono emersi spunti chiave che delineano la traiettoria evolutiva dei presidi antiriciclaggio in risposta a un contesto normativo e tecnologico in rapida trasformazione.
Uno dei principali nodi affrontati riguarda il passaggio da un impianto direttivo a un sistema regolamentare europeo pienamente vincolante, il cosiddetto “pacchetto AML”. Il nuovo regolamento, pienamente applicabile dal 2027, impone agli intermediari di attrezzarsi sin da subito per rivedere processi, policy e strutture organizzative. L’attuazione richiede tempistiche estese e investimenti coordinati tra compliance, IT e governance interna, con un impatto significativo anche sui territori più periferici della rete distributiva.
In questo contesto, emerge la necessità di una progettualità anticipata: analisi normative, aggiornamento delle procedure e revisione dei modelli organizzativi diventano elementi strategici. Alcuni operatori hanno già avviato rafforzamenti delle risorse interne, integrando nuove figure come project manager e data analyst in grado di leggere e tradurre in chiave operativa i cambiamenti richiesti. L’accento si sposta dalla sola osservanza normativa alla capacità di adattamento e di prevenzione sistemica.
Altro tema centrale riguarda la gestione del rischio sanzionatorio, in particolare legato alle restrizioni internazionali. Gli eventi geopolitici recenti hanno restituito attualità al presidio sulle sanzioni, imponendo una riorganizzazione interna e un monitoraggio più capillare dei processi. L’integrazione tra uffici e funzioni è ora imprescindibile, anche per garantire prontezza e reattività nei controlli.
Sul fronte tecnologico, la sfida si gioca su due livelli: da un lato, la necessità di automazione per gestire i costi e aumentare l’efficienza; dall’altro, la qualità e affidabilità del dato come fondamento di ogni analisi predittiva. L’intelligenza artificiale e il machine learning sono strumenti sempre più adottati, ma restano subordinati al presidio umano. Il rischio di distorsione nei risultati (bias) è concreto, soprattutto in assenza di dati robusti e ben strutturati.
Nell’ambito di operazioni e investimenti internazionali di rilevanti dimensioni eseguite da operatori che operano per il tramite di fondi di investimento gestiti da SGR, la crescente apertura verso capitali esteri introduce ulteriori complessità nell’adeguata verifica e nell’accertamento dell’origine delle provviste finanziarie, spesso ostacolata da prassi documentali e culturali eterogenee. Una maggiore armonizzazione normativa europea potrebbe favorire un terreno comune di standard, semplificando la gestione delle richieste e aumentando la trasparenza.
Anche il mondo delle fiduciari e dei VASP (Virtual Asset Service Provider) è al centro di una trasformazione profonda. Con l’attuazione della MICA e la creazione di un quadro autorizzativo pieno per i CASP (Crypto Asset Service Provider), si prefigura un sistema di regole equivalenti a quelle previste per banche e intermediari finanziari. L’ingresso nel mercato regolato comporta obblighi stringenti in materia di AML, con una selezione naturale tra chi potrà proseguire l’attività e chi ne resterà escluso.
Infine, la digitalizzazione nativa di molti attori del settore, soprattutto tra i VASP, comporta vantaggi e rischi: se da un lato agevola la raccolta massiva di dati, dall’altro espone a vulnerabilità legate alla manipolazione dell’identità e all’autenticazione da remoto. L’efficacia dei controlli dipenderà sempre più dalla capacità di analizzare i big data, ma anche di costruire presidi su misura, in grado di cogliere le specificità operative di ciascun segmento.