Direttiva UE e Whistleblowing: l’85% delle aziende italiane ci sta già lavorando
Sono stati presentati, in occasione della European Compliance and Ethics Conference 2022 di EQS Group, i risultati della prima indagine sulla gestione delle segnalazioni da whistleblowing nel settore privato in Italia. La survey mira a fotografare le correnti modalità di raccolta e gestione delle segnalazioni da parte delle aziende italiane e a osservare le eventuali differenze rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE 2019/1937, il cui recepimento nell’ordinamento italiano dovrebbe avvenire entro il prossimo 10 dicembre. Di seguito i key points della survey condotta su 162 aziende italiane
◉ Quattro aziende italiane su cinque hanno implementato un sistema di whistleblowing
A cinque anni dall’entrata in vigore della legge 179/2017, emerge che quattro aziende italiane su cinque (78%) hanno implementato un sistema di segnalazione interno. Tra queste, il canale di segnalazione maggiormente diffuso sembra essere quello della casella e-mail, scelto come unico canale di whistleblowing dal 17% del campione di aziende intervistate.
Un dato che dimostra un ancora scarso livello di consapevolezza circa l’attenzione da prestare alla sicurezza informatica e circa l’importanza di tutelare la riservatezza dei dati personali e delle informazioni condivise.
◉ In media le aziende italiane ricevono 2 segnalazioni da whistleblowing in settimana, con picchi di 2,2 segnalazioni al giorno per le aziende con oltre 10 mila dipendenti
◉ La maggioranza del campione analizzato garantisce l’anonimato ai propri whistleblower. Le segnalazioni anonime rappresentano oltre il 50% del totale
La quasi totalità del campione preso in analisi ha previsto le segnalazioni di tipo anonimo, fatta eccezione per le aziende nella fascia tra i 1.000 e i 4.999 dipendenti, le quali non consentono l’anonimato nel 21% dei casi. Laddove consentite, le segnalazioni di tipo anonimo superano il 50% del totale dei casi, con picchi del 63% per aziende con oltre 10 mila dipendenti. Le aziende più piccole (fino a 49 dipendenti), invece, ricevono solamente il 14% delle segnalazioni senza identità da parte del segnalante.
◉ Indagini interne
Circa 65% delle segnalazioni è circostanziato e il 17% porta a conseguenza disciplinari, dato che raggiunge il 33% nelle aziende con 250-999 dipendenti. Prendendo in analisi il profilo dei segnalanti, si evidenzia come la pressoché totalità delle segnalazioni riportate derivi da dipendenti.
Contano invece per il 7% del totale le segnalazioni provenienti da clienti, partner e/o fornitori – dato che si accinge a cambiare con l’estensione dell’ambito soggettivo di segnalazione previsto dalla Direttiva UE 2019/1937. Altro dato significativo che emerge dall’indagine è quello relativo ai tempi di gestione e chiusura delle indagini interne: circa il 40% di rispondenti non in grado di stimare le relative tempistiche – indicatore che evidenzia la necessità di rivedere questo passaggio del processo, una volta recepita la Direttiva anche nel nostro Paese che prevede tempistiche di risposta, gestione e chiusura dei casi definite. Bene, invece, il risultato per le aziende con più di 5 mila dipendenti, la cui maggioranza dichiara di riuscire a chiudere i casi entro i 90 giorni previsti dalla normativa europea.
◉ Un dato molto positivo
Ben l’85% del campione analizzato dichiara di avere già iniziato a rivedere i propri processi e strumenti interni in coerenza con i requisiti dettati dalla Direttiva e ben il 16% dei rispondenti ha già correttamente implementato le principali novità contenute nel testo unionale.[…] continua a leggere People in Compliance