Assonime: regolamento tassonomia attività ecosostenibili

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E’ stata pubblicata la prima circolare del nuovo anno di Assonime, che illustra il contenuto generale del Regolamento Tassonomia sulle attività ecosostenibili e analizza gli obblighi informativi che gravano sulle imprese non finanziarie tenute a rendere la dichiarazione non finanziaria (DNF).

I 6 criteri di un’attività ecosotenibile

Il Regolamento Tassonomia definisce i criteri per determinare se un’attività economica possa considerarsi ecosostenibile partendo dall’individuazione di sei obiettivi ambientali:

  1. la mitigazione dei cambiamenti climatici;
  2. l’adattamento ai cambiamenti climatici;
  3. l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine;
  4. la transizione verso un’economia circolare;
  5. la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento;
  6. la protezione e il ripristino delle biodiversità e degli ecosistemi.

La tassonomia riguarda in particolare le seguenti 3 aree:

  • le misure adottate dagli Stati membri o dall’Ue che stabiliscono obblighi per i partecipanti ai mercati finanziari o gli emittenti, in relazione a prodotti finanziari o obbligazioni societarie resi disponibili come ecosostenibili;
  • le regole di trasparenza dei partecipanti ai mercati finanziari che mettono a disposizione prodotti finanziari;
  • gli obblighi informativi per le imprese soggette agli obblighi di pubblicare una DNF, individuale o consolidata.

Ai sensi del Regolamento sulla tassonomia, la Commissione UE doveva elaborare l’elenco effettivo delle attività sostenibili dal punto di vista ambientale definendo criteri di vaglio tecnico per ciascun obiettivo ambientale mediante atti delegati. L’Atto clima del 2021 definisce quando un’attività si può considerare “ecosostenibile” e la classificazione delle attività economiche segue i codici Nace (codici Ateco in Italia).

Combattere i fenomeni di greenwashing

Negli ultimi anni si è assistito a fenomeni di “greenwashing”: alcuni soggetti hanno presentato attività come sostenibili quando in realtà non lo erano. Al fine di limitare tale rischio, l’Unione Europea è intervenuta con il Regolamento proprio per incentivare i diversi soggetti a orientarsi verso investimenti davvero sostenibili. In base all’articolo 8 del regolamento tassonomia, le imprese soggette all’obbligo di pubblicare la Dnf (società quotate, istituti bancari, imprese assicurative) devono includere in tale documento anche informazioni su come e in che misura le attività dell’impresa sono associate a attività economiche ecosostenibili.

Obbligo di comunicazione e Kpi

L’obbligo di comunicazione ha per oggetto tre indicatori quantitativi di prestazione (Kpi) costituiti da:

  • la quota di fatturato proveniente da prodotti o servizi associati ad attività economiche ecosostenibili;
  • la quota di spese in conto capitale relative ad attivi o processi associati ad attività economiche ecosostenibili (CapEx);
  • la quota di spese operative relative ad attivi o processi associati ad attività economiche ecosostenibili (OpEx).

 

Sono responsabili della produzione di tali informazioni tutti gli amministratori, mentre per quanto riguarda i controlli, questi sono affidati:

  • ai revisori e tali verifiche non dovrebbero applicarsi alla conformità;
  • al collegio sindacale in un’ottica di valutazione dei rischi e di adeguatezza dei metodi e delle procedure.

Il processo di valutazione dell’ecosostenibilità

La valutazione dell’ecosostenibilità dell’attività economica passa attraverso il seguente processo:

  • verifica che l’attività sia ammissibile o “eligible”, deve cioè rientrare nell’elenco delle attività incluse nell’atto delegato o contribuire al raggiungimento di uno degli obiettivi climatici, o essere classificabile come attività abilitante o di transizione;
  • verifica che rispetti il vaglio tecnico previsto per le singole attività perché possa contribuire in modo sostanziale al raggiungimento dell’obiettivo climatico senza arrecare un danno significativo agli altri obiettivi ambientali;
  • verifica dell’adozione delle misure minime di salvaguardia sociale nello svolgimento dell’attività.

L’Unione europea sta anche lavorando alla CSR Directive che prevederà l’ampliamento dei soggetti attualmente obbligati alla redazione dell’informativ

a non finanziaria assieme all’aggiornato  corpo di principi per la redazione del report di sostenibilità. I nuovi obblighi informativi entreranno in vigore attraverso una pluralità di fasi applicative, le DNF pubblicate nell’anno solare 2022 presenteranno un contenuto informativo ridotto, rispetto alla piena applicazione della disciplina.