Cash is still king
In collaborazione con Central Banking, Kroll ha condotto un sondaggio sulle banche centrali in Europa, Africa, Americhe e Asia Pacifico con domande incentrate sulla supervisione AML/ CFT. I flussi finanziari internazionali sono il rischio più ampiamente segnalato, mentre i grandi pagamenti in contanti non sono molto distanti.
I due anni trascorsi dallo scoppio di Covid 19 sono stati una manna per molti criminali. L’aumento della finanza digitale – in particolare le criptovalute – ha dato loro nuovi modi per finanziare la criminalità, tra cui il terrorismo, e nuovi canali attraverso i quali riciclare il denaro. Le autorità sono state distratte, la loro attenzione e le loro risorse dedicate a combattere la pandemia e la sua ricaduta economica. Nel frattempo, in molti paesi, i programmi generali di sostegno del governo hanno creato un terreno ancora più fertile per le frodi.
Il team di sicurezza informatica di IBM riferisce che il ransomware è stato il tipo più comune di attacco informatico nel 2021, con un piccolo gruppo di organizzazioni criminali che hanno effettuato la maggior parte degli attacchi. Crypto società di ricerca Chainalysis stima che circa 14 miliardi di dollari è stato inviato a indirizzi crittografici illeciti nell’ultimo anno, un record in termini di valore. I dati dell’indagine del Central Banking mostrano che le istituzioni tradizionali come le banche rimangono un obiettivo chiave per le autorità di vigilanza e, mentre i flussi finanziari internazionali sono il rischio più ampiamente segnalato, i grandi pagamenti in contanti non sono molto distanti.
Le autorità di vigilanza devono affrontare nuove sfide, ma quelle vecchie non sono scomparse. Di fronte a una proliferazione di minacce, cosa possono fare le banche centrali?
Le banche centrali sono solo una delle tante agenzie nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. I dati dell’indagine del Central Banking suggeriscono che molte autorità coordinano la sorveglianza e l’applicazione attraverso le unità di intelligence finanziaria. Ma devono essere coinvolte le forze dell’ordine, il governo, le autorità di regolamentazione finanziaria, le società finanziarie e altro ancora, con un’ulteriore cooperazione spesso necessaria a livello transfrontaliero. Non è semplice mantenere questi gruppi eterogenei che lavorano nella stessa direzione.
La tecnologia, fornendo ai criminali nuove opportunità, può consentire ai supervisori di ottenere un vantaggio. Molte banche centrali riferiscono di utilizzare l’analisi dei dati per scopi AML/ CFT, e alcune si rivolgono a tecniche analitiche avanzate. Vi è anche una tendenza crescente verso una vigilanza basata sul rischio, il che significa che le autorità di vigilanza possono dedicare la maggior parte delle risorse alle imprese con i maggiori rischi, e le stesse imprese possono adottare un approccio proporzionato. L’indagine evidenzia che, sebbene vi sia un’ampia spinta tra le banche centrali a migliorare la sorveglianza, c’è ancora molto lavoro da fare.
Una minoranza significativa di intervistati segnala di non utilizzare affatto l’analisi dei dati per valutare le minacce AML/ CFT. Alcuni hanno visto cadere i livelli di risorse e molti altri riferiscono che le risorse sono piatte. Le questioni relative alla qualità dei dati e i limiti alla cooperazione transfrontaliera aggiungono ulteriori ostacoli. Le banche centrali dovranno essere innovative nei prossimi anni per effettuare interventi mirati e sfruttare al massimo le loro limitate risorse. La tecnologia richiede competenze specialistiche, che hanno un prezzo. Tuttavia, anche l’automazione e l’intelligenza artificiale (AI) promettono risparmi sui costi e nuove opportunità. Gli investimenti fatti oggi in tecnologia e Ai potrebbero pagare dividendi per gli anni a venire.
DATI E METODOLOGIA
Le banche centrali hanno condotto l’indagine AML/CFT in gennaio e all’inizio di febbraio 2022 e hanno ricevuto risposte da 21 banche centrali. Ci sono state cinque risposte dall’Africa, sei dalle Americhe, tre dall’Asia-Pacifico (incluso il Medio Oriente) e sette dall’Europa. Di questi, 16 sono classificati come economie emergenti e in via di sviluppo dal Fondo monetario internazionale (FMI), e gli altri cinque sono economie avanzate. I rispondenti hanno condiviso i dati a condizione dell’anonimato.
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