Corruzione percepita, l’Italia sale al 42esimo posto dell’indice transparency International
In un anno l’Italia ha scalato dieci posizioni nella classifica di Transparency International: secondo i dati dell’Indice della percezione della corruzione 2021 siamo al 42° posto su una classifica di 180 paesi. Nel 2020 l’Italia occupava il 52° posto. Cresce dunque la fiducia internazionale, anche se è ancora lontana la media dell’Ue che è di 64 (66 per l’Europa Occidentale). In dieci anni sono stati 14 i punti guadagnati.
L’emergenza generata dalla pandemia ha fortemente influenzato l’elaborazione del CPI, dal momento che in alcuni casi ha generato una minor fiducia nei Paesi che hanno preferito rimuovere le garanzie di controllo, in altri ha determinato un rafforzamento della coscienza collettiva e risposte più solide da parte dei Governi”, fa notare la presidente di Transparency International Italia Iole Anna Savini commentando i dati. Sul fronte anticorruzione e trasparenza sono ancora diversi i temi ancora in sospeso.
“Tra le questioni più rilevanti – sostiene il direttore Giovanni Colombo – vi è il ritardo nella trasposizione della direttiva europea 2019/1937 sul tema del whistleblowing, i cui termini sono scaduti a dicembre 2021, che consentirebbe di completare la disciplina contenuta nella legge 179/2017. Siamo inoltre ancora in attesa della pubblicazione del registro dei titolari effettivi e ci auguriamo che il processo legislativo per la regolamentazione del lobbying sia portato a termine nel migliore dei modi”.
In un momento così importante per il futuro del Paese e con il prossimo arrivo dei fondi per la realizzazione dei progetti del Pnrr, “l’obiettivo della trasparenza deve essere prioritario per il Paese“– ha dichiarato Giuseppe Busia Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – “è l’elemento chiave per far sì che la ripresa dell’Italia sia duratura, e non si fermi al 2026. La prevenzione della corruzione va coniugata con efficienza della pubblica amministrazione”.
Efficienza che richiama il tema della digitalizzazione, indispensabile per garantire massima trasparenza degli appalti. “Anac sta lavorando molto a tale obiettivo attraverso la Banca dati unica degli appalti pubblici, da cui passeranno i contratti del Pnrr “ sottolinea Busia, che indica come ulteriore obiettivo, la realizzazione della Piattaforma unica della Trasparenza, sempre prevista dal Pnrr e affidata ad Anac.