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Adeguata verifica della clientela: il nuovo impianto europeo tra armonizzazione e sfide operative

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L’intervento di Chiara Lacatena (scarica le slide dell’intervento) dell’Unità di Supervisione e Normativa Antiriciclaggio della Banca d’Italia, emerse durante la seconda edizione di AML Integrity Design tenutosi a Milano lo scorso 4 giugno, evento organizzato da ComplianceDesign.it e AITRA in collaborazione con BonelliErede e Confindustria Assoimmobiliare, offre uno sguardo approfondito sul nuovo quadro normativo europeo in materia di antiriciclaggio, con particolare attenzione alla disciplina dell’adeguata verifica della clientela.

Il “pacchetto AML” approvato a giugno 2023 segna un cambio di paradigma: l’armonizzazione minima delle precedenti direttive lascia il posto a un sistema normativo fortemente integrato. Il cuore del nuovo impianto è l’AML Regulation, che introdurrà obblighi uniformi in tutti gli Stati membri a partire da luglio 2027. Accanto ad esso, la sesta direttiva antiriciclaggio (MLD6), in corso di recepimento, regolamenterà ambiti più legati alle specificità nazionali, come poteri sanzionatori e ruoli delle autorità. Il terzo pilastro è rappresentato dal Regolamento istitutivo dell’AMLA, la nuova autorità europea dotata sia di poteri regolatori (oltre 40 mandati normativi) sia di vigilanza diretta e indiretta su un perimetro selezionato di soggetti finanziari e non.

Uno degli aspetti centrali di questo impianto riguarda la ridefinizione degli obblighi di adeguata verifica, che si arricchiscono di nuovi contenuti, tra cui l’inclusione esplicita dell’obbligo di sanction screening – una novità rispetto al quadro normativo italiano vigente.

Nel nuovo regolamento AML si assiste anche a un abbassamento della soglia per le operazioni occasionali (da 15 mila a 10 mila euro), con possibilità di ulteriori riduzioni per settori ritenuti ad alto rischio. Inoltre, cambia il trattamento del titolare effettivo: la definizione si restringe ai soggetti con controllo o proprietà, escludendo l’individuo nel cui interesse è svolta l’attività, ora oggetto di un obbligo autonomo. Questa modifica ha generato ampio dibattito nel gruppo di lavoro che sta elaborando le norme tecniche di regolamentazione (RTS).

Particolarmente delicato il tema dell’onboarding digitale. L’impianto normativo sembrava inizialmente limitare l’adeguata verifica a distanza ai soli strumenti di identità digitale conformi a eIDAS, escludendo soluzioni operative ampiamente adottate dal mercato. Dopo un confronto tecnico serrato, la bozza di RTS apre ad alternative, ma solo in subordine: la digital identity resta la via preferenziale.

La semplificazione dell’adeguata verifica, altro fronte sensibile, trova spazio molto limitato nel nuovo impianto: si potranno omettere alcune informazioni in caso di basso rischio, ma non sono ammesse modalità di identificazione alternative all’acquisizione del documento d’identità.

Novità anche sul fronte dell’aggiornamento periodico: viene introdotta una frequenza minima obbligatoria – almeno ogni 5 anni per i rapporti a basso rischio e ogni anno per quelli ad alto rischio – un’impostazione più rigida rispetto alla flessibilità finora presente nel sistema italiano.

Parallelamente, la call for advice lanciata dalla Commissione Europea ha incaricato l’EBA di sviluppare oltre 40 RTS: quelli sulla metodologia per la valutazione del rischio degli intermediari (funzionale alla vigilanza diretta dell’AMLA), quelli sull’adeguata verifica e quelli sul sistema sanzionatorio. L’output dell’EBA, limitato al settore finanziario, sarà poi integrato dall’AMLA per includere anche il mondo non finanziario.

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