Nel corso della seconda edizione di AML Integrity Design, tenutasi a Milano il 4 giugno e organizzata da ComplianceDesign.it e AITRA, in collaborazione con BonelliErede e Assoimmobiliare, Serena Maddaluno della Divisione Operazioni Sospette dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) ha condiviso un’analisi (scarica le slide dell’intervento) chiara e approfondita delle principali dinamiche del riciclaggio, così come emergono dal patrimonio informativo costituito dalle segnalazioni di operazioni sospette (SOS).
Sebbene in lieve contrazione numerica per effetto dell’affinamento dei filtri da parte degli intermediari, queste segnalazioni restano numericamente significative – circa 150 mila l’anno – e rappresentano un punto di osservazione privilegiato per individuare fenomeni noti come illeciti fiscali, abusi di fondi pubblici o truffe, ma anche le loro evoluzioni più sofisticate e meno immediatamente riconoscibili.
L’evasione fiscale continua a rappresentare una quota stabile delle SOS, con schemi tradizionali che oggi si intrecciano a dinamiche più complesse. Le reti che gestiscono questi meccanismi risultano sempre più articolate, spesso collegate a soggetti stranieri e sostenute da strutture opache come le imprese cartiere.
Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dai virtual IBAN, strumenti bancari apparentemente ordinari ma che celano conti master gestiti da istituti di pagamento extracomunitari. Questi meccanismi, sempre più diffusi, rendono difficile identificare il beneficiario finale e complicano la cooperazione tra FIU a causa della frammentazione tra diverse giurisdizioni.
L’analisi si è poi concentrata sull’uso distorto dei fondi pubblici e delle garanzie connesse. L’UIF ha rilevato la presenza di centri di interesse strutturati che alterano requisiti e documentazione per accedere indebitamente alle risorse del PNRR o ai finanziamenti garantiti dallo Stato. Aumenti fittizi di capitale, istruttorie accelerate, garanzie contraffatte o atipiche – spesso veicolate da soggetti esteri – sono solo alcune delle modalità osservate.
Anche le truffe evolvono, adottando tecnologie e strumenti sempre più sofisticati. Dai classici schemi piramidali al trading online fraudolento, fino alla conversione diretta in criptoattività per evitare la tracciabilità, si registra un ampliamento della platea coinvolta e un innalzamento del livello di opacità. In alcuni casi, la manipolazione si estende anche alle dinamiche societarie, con partecipazioni schermate e provviste costruite artificialmente a beneficio di soggetti interni.
Per rispondere a questa complessità crescente, l’UIF ha avviato un percorso interno di automazione e analisi avanzata, sviluppando algoritmi proprietari che permettono di selezionare con maggiore efficacia i contesti più a rischio. Un processo che richiede metodo, investimenti e capacità di lettura trasversale.
Dall’evasione fiscale alle truffe digitali, fino all’abuso di fondi pubblici, lo scenario restituito dall’analisi UIF è quello di un riciclaggio sempre più sofisticato, veloce, transnazionale. Contrastarlo significa investire in capacità di selezione, collaborazione tra autorità e adattabilità costante agli schemi che evolvono. Perché, come ha evidenziato Maddaluno, le forme cambiano, ma l’obiettivo resta lo stesso: disinnescare con metodo e tempestività i meccanismi che alimentano l’opacità finanziaria.