Giovinazzi (Menarini): Il ruolo dell’etica e della compliance per la sostenibilità del business e della tecnologia

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Due tendenze di particolare rilevanza stanno ridefinendo il campo di azione della compliance: l’accelerata evoluzione tecnologica e l’imperativo di sostenibilità. La tecnologia, da un lato, fornisce strumenti e dati che permettono di prevenire e gestire i rischi con maggiore efficacia, rivoluzionando il modo in cui i compliance officer operano. Dall’altro, la sostenibilità permea l’intera cultura d’impresa, influenzando ogni processo e obiettivo aziendale. In questo contesto, la funzione compliance si erge a garante del giusto equilibrio tra innovazione e responsabilità, svolgendo un ruolo determinante nel garantire che le decisioni aziendali rispettino principi etici e contribuiscano al bene comune.

È l’esperienza di Nicola Giovinazzi, Global Head of Compliance di Menarini Group che ha incontrato compliancedesign.it per raccontare la sua visione di compliance nella più importante multinazionale farmaceutica italiana. Giovinazzi ha cominciato la sua carriera in consulenza, sui temi del risk advisory, per poi approdare nel pharma, un settore di elezione per i temi dell’etica e della compliance, prima in una delle più importanti multinazionali statunitensi del settore e da luglio 2019 nel Gruppo Menarini.

Nel settore del life science il ruolo della compliance deve non solo seguire, ma anche facilitare e accompagnare un’adozione etica dell’innovazione e delle nuove tecnologie.

Quali sono i principali cambiamenti che stanno determinando il campo di azione ed il ruolo della compliance?
A mio modo di vedere i cambiamenti più significativi sono quello della trasformazione digitale e quello legato alla sostenibilità. La prima sta trasformando i modelli di business e quindi anche il ruolo del compliance officer, la seconda sta determinando l’evoluzione della cultura d’impresa con ricadute su tutti i processi aziendali e sugli stessi obiettivi di business.

La trasformazione digitale che stiamo attraversando sta cambiando il ruolo del compliance officer in due modi significativi. In primo luogo, mette a disposizione un’infrastruttura tecnologica e soprattutto i dati che consentono di essere più efficaci, soprattutto nella prevenzione del rischio, ad esempio mediante un ongoing monitoring supportato da sistemi di data analytics. In secondo luogo, la funzione etica e compliance non può non tenere conto del fatto che il business e le aziende nel loro complesso stanno adottando nuove tecnologie. Ma non si tratta solo di intelligenza artificiale, tutte le tecnologie hanno impatti etici e reputazionali estremamente importanti e vanno gestiti i rischi e le implicazioni di natura etica.

Nicola Giovinazzi

Le nuove tecnologie stanno avendo, ed avranno sempre più, un impatto sul mondo del lavoro e sulla società, e certamente dobbiamo essere pronti ad affrontare questa sfida che, pur presentando alcuni rischi, rappresenta un’occasione per ampliare le competenze e le opportunità e per amplificare le potenzialità di tutti, incluse quelle della funzione etica e compliance.

 

Quale ruolo dovrebbe avere la funzione compliance o il compliance officer?
La missione della compliance, in generale, ma soprattutto nel settore farmaceutico, è quella di svolgere un ruolo centrale nel portare all’attenzione dei decisori aziendali la prospettiva dell’etica e dell’integrità. Questo per garantire che le soluzioni offerte alla collettività e ai pazienti siano etiche, considerando l’impatto su tutti gli stakeholders: pazienti, professionisti sanitari. Le soluzioni, inoltre, devono essere prive di bias che potrebbero generare effetti collaterali distorti o non coerenti con gli obiettivi che le nuove tecnologie si prefiggono di raggiungere.
Nel settore life science il ruolo della compliance deve non solo seguire, ma anche facilitare e accompagnare un’adozione etica dell’innovazione e delle nuove tecnologie. Le normative e la regolamentazione spesso non sono in grado di mantenere il passo dell’innovazione ed è per questo che credo nel ruolo dell’autoregolamentazione e di un approccio etico e sostenibile al business.

Attribuisco grande valore al lavoro di squadra, credo fermamente che esso rappresenti molto più della somma dei singoli individui.
Il team è ispirato da una visione comune e, oltre a possedere competenze multi-disciplinari, crede nel valore della collaborazione, in una comunicazione aperta e trasparente.

Cosa vuol dire fare compliance in un’azienda del settore farmaceutico o più in generale nel settore healthcare?
Il settore farmaceutico è soggetto a notevoli rischi in termini di compliance, sia per la frequenza dei contatti con interlocutori sensibili, come le autorità regolatorie e i professionisti sanitari, sia per la delicatezza del settore stesso, che riguarda la salute dei pazienti e dei cittadini. L’aspettativa, pertanto, è che ogni scelta sia improntata a criteri di eticità e al rispetto della centralità del paziente in ogni decisione diagnostica o terapeutica.
Con la compliance nel settore farmaceutico, si intende quindi gestire il rischio in modo preventivo anziché correttivo. Questo richiede che la funzione di compliance operi come un compliance risk manager, collaborando con i decisori e contribuendo ai processi decisionali riguardanti nuovi progetti e iniziative, così da integrare la prospettiva del business con le valutazioni degli impatti e la percezione degli stakeholder e, soprattutto, dei pazienti, i veri beneficiari del lavoro svolto dalle aziende farmaceutiche.

Qual è la compliance way di Menarini?
Compliance per Menarini rappresenta una cultura radicata nel passato, un’eredità storica che ho trovato quando ho avuto l’onore di entrare a far parte del Gruppo e che ancora oggi costituisce un pilastro fondamentale, anche in un momento in cui l’azienda sta attraversando un’evoluzione nel proprio business. Abbiamo adottato un approccio integrato alla compliance, che comprende aspetti quali la prevenzione della corruzione, la tutela della privacy dei dati, l’integrità nella ricerca clinica e la promozione equa e bilanciata delle soluzioni diagnostiche e terapeutiche. Gestiamo questi aspetti in modo sinergico, attraverso una partnership con il business, vedendo la compliance non come un’antitesi, ma come un alleato naturale e strategico per prendere decisioni consapevoli e sostenibili.
Menarini opera in una vasta gamma di settori, che spaziano dalla diagnostica ai prodotti farmaceutici, passando per terapie specialistiche e malattie infettive. Questo significa che copriamo un ampio spettro di bisogni diagnostici e terapeutici dei pazienti.

Il ruolo della compliance è quindi promuovere e sostenere un ambiente di lavoro etico e una cultura dell’integrità. Il nostro obiettivo finale è preservare la reputazione aziendale e garantire la sostenibilità a lungo termine del business. Ciò implica fornire educazione e formazione, sostenere processi decisionali consapevoli e stabilire fiducia e partnership con le funzioni di business e di ricerca e sviluppo. Inoltre, monitoriamo costantemente che i comportamenti adottati siano coerenti con i valori e i principi etici che devono guidare le decisioni e le scelte, non solo dei dipendenti di Menarini, ma di tutti coloro che interagiscono con importanti stakeholders per nostro conto.

Nel suo profilo linkedin si legge “Success is a team sport”: come è strutturata la sua direzione e quali competenze coinvolge?
Attribuisco grande valore al lavoro di squadra, credo fermamente che esso rappresenti molto più della somma dei singoli individui. Ho avuto l’onore e la fortuna di poter costruire qui in Menarini un team di persone motivate e coese, unite dalla ricerca dell’eccellenza e di obiettivi condivisi. Il team è ispirato da una visione comune e, oltre a possedere competenze multi-disciplinari, crede nel valore della collaborazione, in una comunicazione aperta e trasparente, nonché in una chiara definizione di ruoli e regole operative.

La funzione compliance nel gruppo Menarini è un’organizzazione complessa. In particolare, io guido il dipartimento Global Compliance che assume il ruolo di indirizzo, coordinamento e supervisione per il Gruppo a livello globale ed è composto da 23 professionisti del settore. A questi si affiancano circa 35 professionisti che hanno un riporto diretto al business ma collaborano costantemente con il dipartimento Global Compliance. Questo approccio permette di avere una governance globale della compliance e, al contempo, di responsabilizzare i leader aziendali nel riconoscere il ruolo centrale che la compliance assume e deve assumere nei processi decisionali aziendali. In questo modo, il ruolo di Menarini, quale importante player del settore life science, è sostenibile e duraturo nel tempo[…] continua a leggere People in Compliance#26