La Compliance a supporto delle operazioni societarie. Modelli e attività di prevenione per ridurre l’esposizione ai rischi

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Si è tenuto lo scorso aprile il quinto incontro del ciclo GRC Talk che ha posto l’accento sul ruolo della compliance come conditio sine qua non di un processo di investimento prudente, insieme ad adeguati strumenti di garanzia e negoziali utili per mitigare o ridurre i rischi nel post deal.

L’incontro ha visto la partecipazione di Paola De Pascalis (of Counsel Pavia e Ansaldo), Vincenzo D’Imperio (Group Compliance Manager & Chief Internal Auditor Fedrigoni), Paolo Fabiani (Legal & Central Services Director Coop Alleanza 3.0) e il coordinamento e la moderazione di Piero Di Michele (Partners EY Forensic & Integrity Services). Di seguito una sintesi degli interventi a cura della redazione di compliancedesign.it.

 

Piero Di Michele

La sensibilità del mercato, delle aziende e dei transaction team in generale è sempre più orientata a considerare e valutare i rischi di compliance nella fase preventiva. La crescente consapevolezza di potenziali minacce porta sempre più ad arricchire le procedure di lavoro e di compliance screening nelle scelte di investimento e nelle valutazioni pre-deal: in particolare non più solo aspetti legati alle prassi operative o di procedure, ma sempre più anche culturali. E la cultura porta naturalmente con sé quella visione prospettica e di attenzione ai rischi, generando così un circolo virtuoso.

Dimostrare di avere un approccio solido e robusto alla compliance è oggi una condizione sine qua non per società ed investitori, oltre che determinante per ottenere il consenso da advisor, banche e comitati di investimento. Per un investitore è fondamentale la totale consapevolezza di cosa sta comprando e pertanto dei rischi che impattano l’etica, l’integrità e la conformità della società target, del suo ecosistema di relazioni, dei suoi asset dei suoi contratti.

 

Il poter disporre sia lato venditore che acquirente di una solida compliance pre-deal e di un robusto sistema di corporate governance contribuisce a minimizzare i rischi verso amministratori e investitori, risultando spesso determinante in una eventuale fase giudiziale, di contenzioso o arbitrale. L’ordinamento giuridico e l’impianto normativo di riferimento sempre più articolato (per essere compliant), i nuovi impianti normativi di soft law che aggiungono pervasività, i temi di allineamento e ovviamente l’orizzonte sanzionatorio, restituiscono un quadro complesso che deve essere necessariamente considerato e misurato nell’ambito delle valutazioni di business.

Dimostrare di avere un approccio solido e robusto alla compliance è oggi una condizione sine qua non per società ed investitori, e determinante per ottenere il consenso dai comitati di investimento. Per un investitore è fondamentale la totale consapevolezza della società target e dei suoi principali rischi di compliance.

Oltre agli aspetti specificamente giuridici, ci sono anche fattispecie e temi più manageriali e di rischio che hanno una loro evidenza soprattutto quando si espande l’orizzonte dei mercati con i quali ci si deve necessariamente confrontare. Il tema della dimensione culturale è strettamente connesso con la differenza di giurisdizioni e di conseguenza con l’approccio su alcune materie di compliance, senza dimenticare che le risorse che un’organizzazione può o decide di dedicare non sono per tutti le stesse.
Indubbiamente il come intervenire per una valutazione dei rischi è quanto di più empirico e tailor made ci sia: ogni situazione, ogni deal presenta caratteristiche proprie, sia per come è strutturato sul piano del business, societario e commerciale sia per il tipo di aree di rischio che va a investire.

Il come intervenire per una valutazione dei rischi è quanto di più empirico e tailor made ci sia: ogni situazione, ogni deal presenta caratteristiche proprie, sia per come è strutturato sul piano del business, societario e commerciale, sia per il tipo di aree di rischio che va a investire

La due diligence basata sul rischio è sicuramente il primo passo per un processo di investimento prudente, che però spesso sconta tempistiche estremamente serrate e condizionamenti legati al

contenimento dei costi. Diviene fondamentale una forte cultura della prevenzione e sensibilità al cosiddetto rischio potenziale e, laddove possibile, un approccio che tenda a coinvolgere tutti i tecnici con le diverse expertise che il deal eventualmente richiede.

Last but not least, fatta la mappatura dei rischi c’è poi il tema di come approfondire quelli considerati “red flag” e quindi l’eventuale necessità di operare internal investigation e/o gestire notizie di reato, cosa che nell’attuale sistema giudiziario italiano, nonostante i grandi passi avanti fatti in tema di mitigazione, non è affatto semplice o scontata  […] continua a leggere People in Compliance.

Post integration: conoscere e far conoscere. Un approccio chiaramente risk based e una strategia che sia flessibile per essere applicata sulle varie realtà