Briamonte (Sirti): La sostenibilità, è una tematica di compliance

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In Sirti la sostenibilità è una tematica che trova la sua sede naturale all’interno delle Direzioni Compliance e Transformation rientrando tra gli elementi c.d. “Social” nell’alveo del fattore ESG. “Dobbiamo scardinare l’errata concezione che la sostenibilità sia una scelta etica” ci racconta Giorgia Briamonte responsabile della funzione Compliance, Sustainability e Risk del Gruppo “la sostenibilità è una tematica di compliance normativa”.

l’UNI PDR125 è stato per noi un percorso relativamente semplice perché abbiamo un sistema di gestione e compliance integrato che ha già elaborato a monte un’analisi dei processi, delle procedure, delle policy che disciplinano l’operato dellanostra azienda

L’evoluzione della legge Golfo Mosca, l’obiettivo numero 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la forte sollecitazione della Commissione Europea per l’adozione di una direttiva sulla parità retributiva, sono solo alcuni degli interventi che spingono le organizzazioni, piccole o grandi che siano, ad una gestione dei temi di sostenibilità e della tematica per la parità di genere all’interno della funzione compliance, e sempre con il supporto delle altre direzioni, in primis le risorse umane.

“Circa 4 anni fa è stato avviato un percorso virtuoso di transizione sostenibile che lo scorso anno ha visto anche la nomina di un AD ed un CFO donna. Come società sono state raggiunte ben 41 certificazioni a partire dalla SA8000, a mio avviso la madre di tutte le altre certificazioni, per poi proseguire in continuità con l’ottenimento della Certificazione sul Modello EASI e, lo scorso gennaio, l’UNI PDR125 e la ISO 30415” ci racconta Briamonte “l’UNI PDR125 è stato per noi un percorso relativamente semplice perché abbiamo unsistema di gestione e compliance integrato che ha già elaborato a monte un’analisi dei processi, delle procedure, delle policy che disciplinano l’operato della nostra azienda”.

Siamo convinti di aver fatto un importante passo verso la parità di genere, ma personalmente spero che in un futuro non troppo lontano non si debba più parlare di quota rosa ma di equità senza nessun tipo di distinzione di genere

Il percorso ha avuto inizio con la somministrazione di una survey tesa a comprendere sia il grado di attenzione dei dipendenti sia la percezione degli stessi dipendenti rispetto alla sensibilità dell’azienda nei confronti della tematica parità di genere. Il successo dell’iniziativa “è stato possibile grazie alla stretta e forte collaborazione con la direzione HR che svolge un ruolo chiave ed è sempre particolarmente attenta e sensibile alle tematiche di sostenibilità e parità, nonostante l’azienda operi in un settore storicamente maschile (con notevoli difficoltà nel reperire risorse tecniche di sesso femminile)” sottolinea Briamonte. 

L’analisi dei bias comportamentali e cognitivi emersi all’indagine ha portato allo sviluppo e all’adozione di un manifesto che l’azienda spinge e promuove, e alla nomina di un diversity manager così come richiesto anche dalla normativa. Un ciclo di webinar e una sessione di podcast con degli psicologi ha supportato il percorso di informazione e formazione dei dipendenti, ma l’intervento più strutturale è legato all’integrazione delle tematiche della parità nel piano strategico ESG, inserito nel primo bilancio di sostenibilità adottato volontariamente dal Gruppo nel 2022.

Se non si coinvolgono tutte le aree, tutte le direzioni aziendali e non si dà a tutti l’occhiale della sostenibilità che possano inforcare i direttori di ogni singolo dipartimento, di ogni singola direzione non si può fare la rivoluzione. Una rivoluzione si fa soltanto quando è comune a tutti

Nuovo piano strategico, nomina del diversity manager, nomina del comitato guida che in Sirti coincide col comitato sostenibilità con la presenza dell’AD che svolge un ruolo chiave analizzando tutti gli output del comitato guida e del comitato sostenibilità “siamo convinti di aver fatto un importante passo verso la parità di genere, ma personalmente spero che in un futuro non troppo lontano non si debba più parlare di quota rosa ma di equità senza nessun tipo di distinzione di genere” osserva Briamonte che conclude “se non si coinvolgono tutte le aree, tutte le direzioni aziendali e non si dà a tutti l’occhiale della sostenibilità che possano inforcare i direttori di ogni singolo dipartimento, di ogni singola direzione non si può fare la rivoluzione. Una rivoluzione si fa soltanto quando è comune a tutti”. […]continua a leggere People in Compliance