Reputazione Paese e percezione del rischio corruzione componenti fondamentali nel processo d’investimento

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Reputazione Paese e percezione del rischio corruzione: componenti fondamentali nei processi di investimento

Un trend positivo
L’Italia, negli ultimi 10 anni, ha registrati un trend che si può definire significativamente positivo e che ha portato il Belpaese ha conquistare nell’ultimo anno 10 punti e ben 3 posizioni nell’indice di percezione della corruzione elaborato da Transparency International. Una progressione che è cominciata nel 2012 con l’emanazione della c.d Legge Severino e l’istituzione dell’Anac e che è proseguita con la conseguente definizione di ulteriori presidi anticorruzione.

Percezione rischio corruzione
La reputazione del sistema Paese è la sua percezione del rischio corruzione è una componente non marginale di qualsiasi processo di investimento, un indice che incide in maniera tangibile sul processo di allocazione delle risorse. Un Paese con una buona reputazione e un buon punteggio nel corruption perception index (cpi) – ormai considerato un barometro del rischio corruzione Paese – avrà e darà un vantaggio competitivo alle sue organizzazioni.

Il Bif (Business Integrity forum)
Lo sforzo che si sta compiendo in questi anni lo si rileva anche da un nuovo progetto sempre di Transparency International, ma tutto italiano, che si chiama Bif (Business Integrity forum): un progetto che accomuna diverse aziende di primario standing che operano nel nostro territorio, di radice italiana, e che si sono avvicinate a Transparencu per mettere a fattor comune una serie di presidi, ma anche di know how, proprio in ambito anticorruzione. Con il Bif si producono – a cadenza annuale – una serie di documenti e di report che hanno un riflesso operativo molto rilevante per tutta la filiera, tutta la catena (e quindi anche i piccoli fornitori) che fa riferimento alle grandi aziende, allargando di fatto il perimetro di azione in modo virtuoso

Clicca per accedere al video integrale dell’intervento di Iole Anna Savini (Presidente Transparency International Italia) nell’ambito del primo incontro del ciclo “La compliance nelle operazioni di m&a” che si è focalizzato sull’importanza del modello 231 e dell’Odv.